22/10/2008, 00.00
MYANMAR
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Zarganar, dissidente birmano, premiato per la lotta pro-democrazia

L’attivista ha ricevuto un ambito riconoscimento dalla sezione canadese di PEN International, associazione che si batte per la libertà di stampa. L’International Women’s Media Foundation, invece, premia una giornalista birmana, che da vent’anni denuncia i misfatti della giunta al potere.

Yangon (AsiaNews) – La sezione canadese del PEN, l’organizzazione internazionale che si batte per la libertà di stampa e di parola, ha insignito l’attore e attivista birmano Zarganar del premio One Humanity Award 2008. Il comico riceverà il premio “in contumacia” perché ancora oggi detenuto nella prigione di Insein, in Myanmar, per “aver portato aiuti alle vittime del ciclone Nargis” e aver “denunciato le malefatte della giunta militare al potere”. L’arresto risale al 3 giugno scorso, mentre il primo agosto il tribunale lo ha incriminato con l’accusa di “turbamento dell’ordine pubblico”, in base alla quale egli rischia una condanna “fino a due anni di galera”. Zarganar è stato anche nominato nella sezione “Sedia Vuota”, che viene assegnata a quanti sono impossibilitati a prendere parte al Festival perché “sottoposti a regime di detenzione”.

Gli organizzatori sottolineano che il premio One Humanity Award è attribuito a intellettuali o scrittori nelle cui opere si riflette “l’onestà, la capacità di giudizio e il coraggio di manifestare in maniera pacifica le proprie idee”. In un comunicato stampa il presidente di PEN Canada, Nelofer Pazira, ribadisce il sostegno dell’associazione a scrittori “senza paura” che, a causa del lavoro, sono stati ridotti al silenzio “in diversi modi: ammazzati, imprigionati e minacciati per aver espresso le loro idee”.

Zarganar è una delle figure di primo piano nella lotta per la democrazia nel Paese, per la quale è stato più volte arrestato; nelle settimane successive al passaggio del ciclone Nargis, egli ha organizzato un team di oltre 400 volontari che, sfidando i divieti e le restrizioni del regime militare, hanno portato soccorso a 42 villaggi, denunciando al contempo la reale situazione nelle zone colpite dalla tragedia. Durante le concitate fasi dell’arresto, gli agenti della polizia segreta hanno confiscato anche il computer e dei CD contenenti immagini delle zone del disastro (nelle divisioni di Irrawaddy e Yangon), oltre a una somma di mille dollari da donare ai superstiti del ciclone.

L’International Women’s Media Foundation ha invece insignito del premio 2008 “Il giornalismo e il coraggio” alla reporter birmana Aye Aye Win, da oltre 20 anni in prima fila nella denuncia dei misfatti in Myanmar e attuale collaboratrice dell’Associated Press. Nella dichiarazione di accettazione del riconoscimento, la giornalista ha sottolineato di aver sempre lavorato “al servizio del suo Paese e del popolo” con la ferma convinzione che “una stampa libera e indipendente è condizione essenziale per una società libera”. “Il mestiere di giornalista in Birmania – denuncia Aye Aye Win – è un mestiere a rischio”.

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