27/09/2011, 00.00
CINA – AFRICA
Invia ad un amico

Zambia, il nuovo presidente chiede alle ditte cinesi più rispetto e diritti per i locali

Il neopresidente Michael Sata rivede i rapporti con la Cina, dopo oltre 20 anni di rapporti privilegiati. Sostenuto da giovani, disoccupati e sindacati, promette di stroncare la corruzione e le modalità di lavoro “illegali” nelle miniere cinesi. Pechino è il principale investitore nel Paese ricco di rame e materie prime.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente Michael Sata invita gli investitori cinesi a rispettare i lavoratori per portare beneficio ad entrambi. Ieri, parlando ad una conferenza, il neoeletto capo di Stato ha sottolineato che “un tempo Zambia e Cina erano stretti alleati, ma nel corso degli anni ci sono stati episodi incresciosi che impongono una correzione dei rapporti”. Secondo Sata gli investimenti di Pechino devono portare ricchezza anche ai cittadini dello Zambia, non solo alla Cina.

Sata, 75 anni ha vinto le elezioni dello scorso 23 settembre con il 43% dei voti battendo il presidente uscente Banda, che ha preso il 36,1% delle preferenze. Ruphia Banda ha guidato lo Zambia per oltre 20 anni. Dal 1992 egli ha concesso alle compagnie straniere, in particolare cinesi, lo sfruttamento delle grandi risorse minerarie del Paese e l’ingresso di migranti da impiegare nei settori più sottosviluppati. I continui casi di sfruttamento e le basse paghe offerte dalle aziende cinesi, hanno causato la crescita di un risentimento nei confronti di Pechino.

Michael Sata è sostenuto da giovani, disoccupati e sindacati e ha molto sfruttato il risentimento anticinese diffuso tra le classi povere del Paese, convinte di essere sfruttate per avere paghe da mera sussistenza. Il Paese, appena 12 milioni di abitanti, è ricco di rame (che è l’80% della sua esportazione) e altre materie prime, ma il 70% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.

Nello Zambia è forte la presenza delle ditte cinesi, che qui hanno investito oltre 2 miliardi di dollari e dicono di avere creato 20mila posti di lavoro. Circa i due terzi delle nuove costruzioni coinvolgono ditte cinesi o sono guidate da cinesi. Ma i critici rispondono che Pechino è soprattutto interessata ad accaparrarsi le materie prime, che i posti di lavoro sono in gran parte operai e minatori guidati da tecnici e dirigenti cinesi, che il modello di sviluppo cinese ha portato corruzione e uno sviluppo squilibrato aggravando molto il divario tra ricchi e poveri.

Il partito di Sata da tempo accusa la Cina di trattare i minatori zambiani come schiavi con turni di lavoro massacranti, senza misure di sicurezza e con paghe da fame. Ci sono state ripetute proteste anche violente di lavoratori e minatori contro i “padroni” cinesi e lo scorso anno in una miniera di carbone i dirigenti cinesi hanno sparato contro i minatori per “difesa” ferendone 13: i dirigenti non sono finiti in carcere, in compenso i salari dei minatori sono stati portati al minimo legale (AsiaNews 16.12.2010, Lo sfruttamento dei minatori africani da parte della Cina comunista).

Il neopresidente la settimana scorsa ha spiegato di voler mantenere forti rapporti commerciali e diplomatici con la Cina e promesso di non introdurre nuove tasse sulle miniere, ma ha più volte ammonito che le ditte estere devono “rispettare la legge” e criticato le modalità di lavoro “illegale” nelle miniere cinesi. C’è grande incertezza circa la sua politica soprattutto verso la Cina e le altre grandi ditte minerarie. Anche per questo ieri, all’annuncio della sua elezione, i mercati finanziari hanno reagito in modo negativo e la valuta locale ha perso il 2% sulla piazza sudafricana.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Proteste pubbliche contro Hu Jintao
05/02/2007
Esplode la protesta degli operai sfruttati da Pechino
05/03/2008
Aumenta il debito dei Paesi africani verso la Cina
18/12/2006
Lo sfruttamento dei minatori africani da parte della Cina comunista
16/12/2010
Pechino protesta con lo Zambia per l’arresto di 31 lavoratori cinesi
06/06/2017 08:41


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”