07/03/2025, 11.12
YEMEN
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Yemen, emergenza lavoro minorile: bambini autisti contro la povertà

Nel Paese devastato da oltre 10 anni di guerra vi sono giovanissimi, anche di 13 anni, alla guida di taxi o di mezzi pubblici. La speranza di guadagnare anche piccole somme di denaro per sostenere le famiglie impoverite. Onu: la crisi innescata dal conflitto “ha colpito in modo sproporzionato e devastante donne e ragazze”. 

Sana’a (AsiaNews) - Nello Yemen devastato dalla guerra e dalla povertà, si incontrano bambini di soli 13 anni alla guida di veicoli commerciali, a partire dai taxi, per sostenere le loro famiglie che non hanno altri mezzi di sostentamento a causa della guerra civile - tuttora in atto - e delle criticità in tema di economia. Difficoltà alimentate dalla mancanza di capifamiglia o uomini in grado di lavorare, perché deceduti in battaglia o vittime di violenze; da qui la necessità per ragazzini fra i 13 e i 15 anni di mettersi alla guida di veicoli per guadagnare un po’ di denaro per risollevarsi da condizioni di estrema povertà. 

Khalil Sasaga, 13 anni, ha detto di aver imparato a guidare da suo padre e ora lavora per aiutare la sua famiglia dopo essere emigrato a Marib da un’altra città. “Lavoro per sostenere la mia famiglia”, ha raccontato Sasaga all’agenzia turca Anadolu. “Di solito mio padre guida un minibus e io faccio lo stesso per aiutarlo e guadagnare soldi. Finora non ho avuto problemi alla guida. Le strade affollate e il traffico intenso non mi disturbano”.

Mursi Muhammed Salih Zevid, anch’egli 13enne, lavora nel trasporto passeggeri e ha detto di aver dovuto imparare a guidare per necessità. “Condivido il mio reddito con loro. Anche se le strade sono trafficate, non ho problemi” ha detto, perché “cerco solo di guadagnarmi da vivere”.

Muhammed Ammar Mebhut Cehlen, 15 anni, racconta che suo padre è disabile. “Da quando ho iniziato a guidare, il reddito e la qualità della vita della mia famiglia - afferma - sono migliorati”.

Nei giorni scorsi anche le Nazioni Unite hanno rilanciato la preoccupazione per la sorte della popolazione in Yemen, in particolare sulle donne e i minori. “La crisi ha impattato in modo sproporzionato e devastante su donne e ragazze. Hanno sofferto di discriminazione ed esclusione sistematica per decenni” ha spiegato al Consiglio di sicurezza Onu Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza. “È un quadro desolante” ha proseguito, aggiungendo che circa 9,6 milioni di donne e ragazze hanno un “grave bisogno” di assistenza umanitaria salvavita, poiché devono affrontare “fame, violenza e un sistema sanitario al collasso”. “Non vi è alcun segno di progresso per loro” ha concluso l’esperto Onu.

Al contempo, il tasso di mortalità materna dello Yemen è “il più alto” del Medio Oriente e 1,3 milioni di donne incinte e neo-mamme sono malnutrite. Più di sei milioni di donne e ragazze affrontano “rischi elevati” di abuso e sfruttamento e 1,5 milioni di ragazze nello Yemen non hanno accesso alla scuola. Per questo le Nazioni Unite vogliono rafforzare i programmi di aiuto anche nel settore dell’istruzione, cercando di risollevare “una comunità già sull’orlo del baratro” e in cui sono “le donne e i bambini a portare il peso maggiore”. 

Il conflitto in Yemen è divampato nel 2014 come scontro interno e si è inasprito trasformandosi in guerra aperta con l’intervento, nel marzo 2015, di Riyadh a capo di una coalizione di nazioni arabe opposta alle milizie ribelli Houthi sostenute dall’Iran. Secondo le Nazioni Unite, la guerra ha provocato oltre 400mila vittime e innescato la “peggiore crisi umanitaria al mondo”, sulla quale il Covid-19 ha poi sortito effetti “devastanti”; milioni di persone sull’orlo della fame e i bambini - 10mila morti nel conflitto - subiranno le conseguenze per decenni. Gli sfollati interni sono oltre tre milioni, la maggior parte vive in condizioni di estrema miseria, fame ed epidemie di varia natura, non ultima quella di colera. 

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