30/09/2005, 00.00
GIAPPONE
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Yasukuni, il tempio dei caduti per la patria (Scheda)

Polemiche per le visite dei leader politici nel santuario ove sono onorati anche alcuni criminali di guerra.

Il tempio scintoista dello Yasukuni è il più contestato e controverso luogo religioso nel Giappone del dopo-guerra, causa di dispute politiche in parlamento e di proteste da parte di gruppi religiosi e autorità politiche e civili di Cina e Corea.

Il tempio si trova a Kudanshita, una zona centrale di Tokyo, ed è uno dei santuari shintoisti più frequentati della capitale. Fondato nel 1869, il suo nome significa "nazione in pace e tranquillità", ma contrasta con le vicende storiche che simboleggia, tanto che nel resto dell'Asia è ritenuto il simbolo dell'aggressivo imperialismo nipponico.

Nel sacrario sono onorati i circa 2,5 milioni di caduti per la patria dall'inizio dell'era Meiji (1868). Oltre ai militari, vi si onorano infermiere, civili, ma anche 14 riconosciuti criminali di guerra "di classe A", come il primo ministro generale Hideki Tojo. Per la religione shintoista le persone quando muoiono si trasformano in "kami", o deità. Oggetto delle polemiche non è l'esistenza del tempio, ma la mentalità militarista della quale è simbolo.

Da quando è stato sancito il principio della separazione tra religione e Stato (con la Costituzione del 1946) l'Imperatore non ha mai più visitato il tempio. In tempi più recenti è emerso in seno al partito liberal democratico al governo un gruppo di pressione intenzionato a riportare lo Yasukuni sotto la diretta protezione dello Stato, com'era fino agli anni della guerra.. Dal 1969 al 1974 ci sono stati vari tentativi - tutti falliti - da parte di parlamentari di destra e membri del governo di far passare una legge mirante al riconoscimento pubblico del tempio.

Con gli anni il movimento di politici di destra si è fatto sempre più forte con la collaborazione del "clero shintoista" dello Yasukuni. Il 15 agosto 1975 il primo ministro Takeo Miki visita il tempio inaugurando una consuetudine; sia lui che gli altri che lo imitarono lo fecero in veste privata. Il 15 agosto per gli asiatici ricorda la disfatta del Giappone nel 1945; per i giapponesi, invece, l'onore dei loro morti per la patria. Il movimento raggiunge l'apice il 15 agosto 1986, quando il premier Nakasone Yasuhiro visita il tempio in veste ufficiale accompagnato da tutti i membri del governo. Nel frattempo, però, era caduto il giudizio internazionale sulla visita,  come atto di onore ai caduti per la patria: nel 1979 il principale kannushi (sacerdote scintoista) del tempio aveva celebrato, in sordina, la cerimonia per l'inserimento nel tempio degli spiriti di 7 "criminali di guerra classe A" che vennero chiamati da lui "martiri del periodo Showa" (1926-1989). Agli occhi delle altre nazioni asiatiche la visita al tempio diventa una giustificazione dell'espansionismo militare giapponese della prima metà del XX secolo. Il fatto creò una crisi diplomatica con Cina e Corea, vittime dell'aggressione giapponese. Nakasone dovette cancellare il programma delle viste allo Yasukuni.

In questo contesto ci sono state le ripetute visite – 4, dal 2001- del premier Junichiro Koizumi. (PC)

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