Yangon: centinaia di sostenitori alla candidatura ufficiale di Aung San Suu Kyi
La leader dell’opposizione inserita nelle liste elettorali. Concorrerà per un seggio in Parlamento nel collegio elettorale di Kawhmu, a sud-ovest di Yangon, una delle zone più colpite dal ciclone Nargis del 2008. Una folla ha osservato le operazioni di rito, rendendo omaggio alla Nobel per la pace.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina centinaia di sostenitori hanno accompagnato Aung San Suu Kyi e assistito alle operazioni di registrazione, che permetteranno alla leader dell’opposizione di partecipare alle elezioni parlamentari suppletive in programma il prossimo primo aprile. La Nobel per la pace concorrerà per un seggio alla Camera, inserita nelle liste della Lega nazionale per la democrazia (Nld) nel collegio elettorale di Kawhmu, a sud-ovest di Yangon. Il voto si è reso necessario per sostituire 48 seggi vacanti, rimasti liberi dopo che un gruppo di deputati eletti nel novembre 2010 ha assunto un incarico a livello ministeriale o governativo. Analisti ed esperti di politica birmana spiegano che la Nld concorrerà per 40 seggi; le elezioni suppletive sono un “test chiave” per valutare il peso dell’opposizione nel quadro politico birmano e le credenziali riformiste del nuovo governo, composto da civili ma pur sempre sostenuto dai militari, il vero “potere forte” in Myanmar.
La cittadina di Kawhmu è di una delle aree più colpite dal passaggio del ciclone Nargis nel maggio 2008, che ha seminato morte e distruzione uccidendo almeno 138mila persone a Yangon e nella regione del delta dell’Irrawaddy. Al momento della registrazione la “Signora” non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è stata salutata da centinaia di persone in un capannello improvvisato all’esterno degli uffici.
Per la prima volta la Nobel per la pace potrà partecipare a una votazione: nel 1990 era agli arresti domiciliari, quando il suo partito (Nld) ha ottenuto una schiacciante vittoria mai riconosciuta dall’allora giunta militare al potere. Il movimento di opposizione ha quindi boicottato le elezioni del novembre 2010, che hanno visto l’affermazione del presidente Thein Sein – sostenuto dall’esercito – e il passaggio a un governo civile.
Nell’ultimo anno la nuova amministrazione ha instaurato un rapporto di dialogo con Aung San Suu Kyi e modificato la legge elettorale, aprendo le porte alla Nld. La scorsa settimana l’esecutivo ha raggiunto uno storico cessate il fuoco con i ribelli Karen, che da 60 anni lottano per una maggiore autonomia, mentre permangono tensioni irrisolte con la minoranza etnica Kachin. Il 13 gennaio il presidente Thein Sein ha inoltre emanato un provvedimento di amnistia, che ha portato alla liberazione di circa 300 detenuti politici fra cui figure di primissimo piano: il monaco Ashin Gambira, leader della Rivoluzione zafferano del settembre 2007 e uno dei capi di 88 Generation Student Min Ko Naing.
Il Myanmar resta tuttora sottoposto a sanzioni economico-commerciali da parte degli Stati Uniti, Canada e Unione europea. Fra le maggiori potenze economiche solo Cina, India e Corea del Sud hanno promosso investimenti nel Paese. Tuttavia, molti leader del blocco occidentale hanno accolto con favore i progressi democratici promossi dal governo e non è escluso che vi potranno essere – a breve – incentivi a livello politico (Washington pare intenzionata a ristabilire piene relazioni diplomatiche) e contributi a livello commerciale.
La cittadina di Kawhmu è di una delle aree più colpite dal passaggio del ciclone Nargis nel maggio 2008, che ha seminato morte e distruzione uccidendo almeno 138mila persone a Yangon e nella regione del delta dell’Irrawaddy. Al momento della registrazione la “Signora” non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è stata salutata da centinaia di persone in un capannello improvvisato all’esterno degli uffici.
Per la prima volta la Nobel per la pace potrà partecipare a una votazione: nel 1990 era agli arresti domiciliari, quando il suo partito (Nld) ha ottenuto una schiacciante vittoria mai riconosciuta dall’allora giunta militare al potere. Il movimento di opposizione ha quindi boicottato le elezioni del novembre 2010, che hanno visto l’affermazione del presidente Thein Sein – sostenuto dall’esercito – e il passaggio a un governo civile.
Nell’ultimo anno la nuova amministrazione ha instaurato un rapporto di dialogo con Aung San Suu Kyi e modificato la legge elettorale, aprendo le porte alla Nld. La scorsa settimana l’esecutivo ha raggiunto uno storico cessate il fuoco con i ribelli Karen, che da 60 anni lottano per una maggiore autonomia, mentre permangono tensioni irrisolte con la minoranza etnica Kachin. Il 13 gennaio il presidente Thein Sein ha inoltre emanato un provvedimento di amnistia, che ha portato alla liberazione di circa 300 detenuti politici fra cui figure di primissimo piano: il monaco Ashin Gambira, leader della Rivoluzione zafferano del settembre 2007 e uno dei capi di 88 Generation Student Min Ko Naing.
Il Myanmar resta tuttora sottoposto a sanzioni economico-commerciali da parte degli Stati Uniti, Canada e Unione europea. Fra le maggiori potenze economiche solo Cina, India e Corea del Sud hanno promosso investimenti nel Paese. Tuttavia, molti leader del blocco occidentale hanno accolto con favore i progressi democratici promossi dal governo e non è escluso che vi potranno essere – a breve – incentivi a livello politico (Washington pare intenzionata a ristabilire piene relazioni diplomatiche) e contributi a livello commerciale.
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