Yangon, operai in sciopero: l'azienda concede un aumento di salario
Yangon (AsiaNews) - Un piccolo aumento di salario, che rappresenta una grande conquista in una nazione in cui - fino allo scorso anno - erano banditi sindacati e organizzazioni a tutela dei lavoratori. Dopo una settimana di scioperi, proteste e contrattazioni contro gli stipendi bassi e le pessime condizioni ambientali, gli operai della ditta di scarpe Tai Yi a Yangon, di proprietà cinese, hanno ottenuto una crescita degli stipendi da 75 a 100 kyat all'ora (pari a 0,11 dollari). Tuttavia, alcune persone non sono ancora soddisfatte dei risultati dei negoziati perché le richieste "non sono state del tutto soddisfatte"; in particolare, il malcontento ruota attorno al bonus mensile per i dipendenti - riservato a quanti non perdono neanche uno dei 26 giorni mensili di lavoro - che resta fermo a 6mila kyat (circa 7,5 dollari).
La protesta degli operai del calzaturificio (nella foto) è iniziata il 6 febbraio e ha visto circa 2mila lavoratori incrociare le braccia. Alla base del malcontento, il mancato pagamento da parte dei vertici dell'azienda dei cinque giorni di "ferie" per il Nuovo anno lunare, celebrato in Cina e in diverse nazioni dell'Asia lo scorso 23 gennaio. Il malumore ha generato un vero e proprio sciopero, che ha riguardato anche le condizioni di lavoro in fabbrica e i turni massacranti: 12 ore al giorno, sei giorni alla settimana per un guadagno giornaliero di 70 centesimi (circa 200 dollari all'anno).
Una operaia ha al giornale birmano The Irrawaddy che l'azienda ha disposto uno stanziamento mensile ulteriore di circa 11mila kyat per i salari dei lavoratori. Una seconda, da 12 anni nel calzaturificio, conferma che "domani riprenderemo le normali attività lavorative". L'accordo è giunto all'indomani del secondo incontro fra i vertici dell'azienda e 53 lavoratori, in rappresentanza di tutti i colleghi della fabbrica. A differenza del primo, il secondo faccia a faccia non ha registrato la partecipazione di funzionari governativi birmani.
Lo scorso anno il presidente Thein Sein ha promulgato una norma sul lavoro, con la quale ha abrogato la draconiana Trade Unions Act del 1962 - anno in cui salì al potere la prima dittatura militare in Birmania - che proibiva la formazione di associazioni sindacali. Ora i lavoratori birmani hanno il diritto di scioperare, con un preavviso di tre giorni nel privato e di 14 nel pubblico. Per l'Ilo (Organizzazione internazionale per il lavoro) si è trattato di "un passo avanti enorme per il Paese".
Non è chiaro se gli operai della Tai Yi a Yangon hanno ottemperato alla norma; di certo, la loro lotta ha segnato un punto importante nella tutela dei diritti dei lavoratori.
22/05/2019 08:40