Yan Mingfu, nuovo responsabile per il dialogo con Taiwan
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un membro del Partito, caduto in disgrazia dopo il massacro di Tiananmen è stato invitato da Hu Jintao a divenire il responsabile dei negoziati con Taiwan
Yan Mingfu, 76 anni, noto per le sue posizioni liberali , ha lavorato dall’87 all’89 come aiuto nella segreteria di Zhao Ziyang, ma come quest’ultimo, è stato rimosso dal suo posto per aver mostrato simpatia verso il movimento di operai e studenti sulla piazza Tiananamen, conclusosi con il massacro nella notte del 4 giugno 1989. In seguito egli è stato solo parzialmente riabilitato e dal ’98 è stato presidente della Federazione delle organizzazioni caritative della Cina. Negli anni ’80 egli ha lavorato a stretto contatto con Wen Jiabao, l’attuale premier, (al tempo anch’egli nella segretaria di Zhao Ziyang) e con Hu Jintao, l’attuale presidente, che allora era segretario del Tibet e nell’89 ha dovuto affrontare una ribellione della popolazione tibetana, soppressa nel sangue.
È molto probabile che Yan, forte sostenitore della democrazia, accetti l’invito. Per molti osservatori, la proposta a Yan Mingfu mostra il desiderio di Hu Jintao di dare spazio nel Partito ai liberali e venire a gesti di riconciliazione sulla questione di Tiananmen.
Yan ha anche buone qualità come negoziatore con Taiwan: la sua famiglia ha sempre conservato buoni rapporti di amicizia con personalità dell’esercito, dell’economia e della politica taiwanese fra i membri del Kumintang.
Nel suo discorso d’apertura al 17mo Congresso del Partito comunista cinese, Hu Jintao ha usato toni molto sobri verso Taiwan, aprendo a un dialogo pacifico, con la sola condizione di rimanere fermi sul principio dell’ “unica Cina”, evitando velleità d’indipendenza da parte dell’ isola “ribelle”.
Yan dovrebbe occupare il posto che è stato di Wang Daohan, morto 2 anni fa.
Il dialogo Cina-Taiwan, fra alti e bassi, ha avuto un picco di rapporti negli anni ’90, favorendo investimenti taiwanesi in Cina, permettendo le riunioni familiari di qua e di là dello Stretto, atterraggio di voli taiwanesi sul suolo cinese. Nel ‘99 i dialoghi hanno subito una battuta d’arresto con l’idea dei “due Stati”, lanciata dall’allora presidente di Taiwan, Lee Teng-hui. La Cina vuole un “ritorno” di Taiwan alla madrepatria e mentre spinge al dialogo e alla collaborazione, minaccia da tempo con 1000 missili l’isola. Due anni fa Pechino ha varato una legge anti-secessione, in cui ammette l’uso della forza militare se Taiwan dichiarerà l’indipendenza.
Nella foto: Zhao Ziyang parla con gli studenti in piazza Tiananmen (1989). Al suo fianco sinistro, l'attuale premier Wen Jiabao.