Xi Jinping visita il Tibet. Pechino teme proteste e chiude i confini con il Nepal
di Kalpit Parajuli
La Cina ha paura di nuove manifestazioni degli attivisti tibetani sostenuti dagli occidentali. Chiusura totale del passo di Tatopani unica via di accesso in Tibet dal Nepal. Vietato l’ingresso ai turisti stranieri fino al 25 luglio.
Kathmandu (AsiaNews) – Pechino teme nuove manifestazioni anticinesi e aumenta il controllo sui confini nepalesi in vista della visita in Tibet di Xi Jinping, vicepresidente cinese, prevista nei prossimi giorni. Fino al 25 luglio resteranno chiusi il passo di Tatopani, principale via di collegamento fra Nepal e Tibet, e altri valichi minori. I controlli sui confini fra i due Paesi sono iniziati lo scorso 25 giugno in occasione delle celebrazioni per il 90mo anniversario del Partito comunista cinese. Secondo fonti di AsiaNews in Cina, il vicepresidente visiterà il Tibet soprattutto per mettere sotto controllo l’attività dei movimenti separatisti e verificare il sostegno dell’Occidente a tali gruppi.
Lo scorso 12 luglio, il governo di Pechino ha annunciato che la chiusura totale dei confini riguarda soprattutto i cittadini stranieri, in particolare americani, indiani ed europei, che potrebbero simpatizzare con gli attivisti tibetani. Secondo i media locali la decisione di Pechino ha fatto crollare le prenotazioni dei turisti, che in questo periodo dell’anno si recano in Tibet attraverso il Nepal. Ogni giorno oltre 400 turisti attraversano il passo di Tatopani.
Bijay Poudel, responsabile dell’immigrazione del passo, sottolinea il giro di vite del governo di Pechino, che in questi anni ha sempre optato per un controllo dei confini, ma mai per una chiusura totale. “E’ la prima volta che assisto a un controllo così stretto delle autorità cinesi – afferma Poudel – non riesco a comprendere quale sia il reale scopo di Pechino”. Il funzionario spiega che le misure di sicurezza sono molto più restrittive rispetto ai controlli fatti a marzo, in occasione dell’anniversario della rivolta tibetana contro la Cina.
Il Nepal ha 1.414 km di frontiera in comune con il Tibet. Dal 1990 al 2006 la monarchia parlamentare, su consiglio dell’India, ha consentito la libera circolazione degli esuli tibetani nel Paese. Il Dalai Lama e membri del governo tibetano in esilio a Dharamsala (India) hanno visitato più volte il Paese. A tutt’oggi sono oltre 20mila i rifugiati tibetani registrati presso gli uffici Onu.
Dopo l'abolizione della monarchia nel 2006 e la salita al potere di formazioni maoiste e comuniste il Nepal ha cambiato rotta, abbandonando lo storico alleato indiano e allacciando stretti rapporti con la Cina. In cambio di aiuti economici Pechino ha chiesto la chiusura delle frontiere con il Tibet e la repressione di qualsiasi manifestazione anticinese.
Lo scorso 12 luglio, il governo di Pechino ha annunciato che la chiusura totale dei confini riguarda soprattutto i cittadini stranieri, in particolare americani, indiani ed europei, che potrebbero simpatizzare con gli attivisti tibetani. Secondo i media locali la decisione di Pechino ha fatto crollare le prenotazioni dei turisti, che in questo periodo dell’anno si recano in Tibet attraverso il Nepal. Ogni giorno oltre 400 turisti attraversano il passo di Tatopani.
Bijay Poudel, responsabile dell’immigrazione del passo, sottolinea il giro di vite del governo di Pechino, che in questi anni ha sempre optato per un controllo dei confini, ma mai per una chiusura totale. “E’ la prima volta che assisto a un controllo così stretto delle autorità cinesi – afferma Poudel – non riesco a comprendere quale sia il reale scopo di Pechino”. Il funzionario spiega che le misure di sicurezza sono molto più restrittive rispetto ai controlli fatti a marzo, in occasione dell’anniversario della rivolta tibetana contro la Cina.
Il Nepal ha 1.414 km di frontiera in comune con il Tibet. Dal 1990 al 2006 la monarchia parlamentare, su consiglio dell’India, ha consentito la libera circolazione degli esuli tibetani nel Paese. Il Dalai Lama e membri del governo tibetano in esilio a Dharamsala (India) hanno visitato più volte il Paese. A tutt’oggi sono oltre 20mila i rifugiati tibetani registrati presso gli uffici Onu.
Dopo l'abolizione della monarchia nel 2006 e la salita al potere di formazioni maoiste e comuniste il Nepal ha cambiato rotta, abbandonando lo storico alleato indiano e allacciando stretti rapporti con la Cina. In cambio di aiuti economici Pechino ha chiesto la chiusura delle frontiere con il Tibet e la repressione di qualsiasi manifestazione anticinese.
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