Wen: economia e stabilità sociale, i pilastri della Cina nella crisi economica
Pechino (AsiaNews) – Il premier Wen Jiabao ha assicurato la Cina e il mondo che nonostante la crisi economica, il suo Paese crescerà dell’8%, garantendo a tutti i costi la stabilità sociale, in un periodo segnato da scontri, rivolte, manifestazioni.
Le parole “economia” e “stabilità sociale” sono quelle più citate nelle 44 pagine del lungo discorso di apertura del premier all’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese, che si raduna una volta all’anno. Mescolando discreto ottimismo e molta cautela, Wen ha detto che la Cina si trova davanti al suo “anno più difficile”, perché “la domanda continua a ridursi nei mercati internazionali; il trend verso una deflazione globale è ormai ovvio; il protezionismo dei mercati sta rinascendo. L’ambiente economico esterno è divenuto grave e le incertezze sono cresciute in modo significativo”.
Senza citare i dati effettivi della crisi in Cina, Wen ha elencato una serie di provvedimenti che dovrebbero essere capaci di sostenere l’economia. Anzitutto viene fissata la crescita del 2009 all’8%. “Dobbiamo sottolineare – ha detto Wen – che nel fissare la crescita del Pil all’8%, abbiamo preso in considerazione sia il nostro bisogno, sia la nostra capacità a sostenere lo sviluppo in Cina”. Il limite dell’8% è visto come una necessità fisiologica del Paese per garantire mercato e lavoro per tutti. La capacità della Cina di mantenere tale crescita è messa in dubbio da organizzazioni mondiali e accademici. Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita del 6,7%; vari economisti pensano invece che essa non supererà l’1%.
Wen promette di migliorare le strutture economiche; creare nuovo impiego nelle città per oltre 9 milioni di persone; far crescere i salari in città e campagne; stabilizzare il mercato degli immobili; ristrutturare e sostenere l’industria dell’automobile e dell’acciaio; quella navale e la petrolchimica; la tessile e dei metalli; l’alta tecnologia e l’industria leggera; la scienza e la tecnologia.
Nuovi fondi verranno stanziati per le infrastrutture, per la ricostruzione delle aree terremotate nel Sichuan; per migliorare l’agricoltura. Un enorme sforzo finanziario sarà fatto per creare o migliorare ammortizzatori sociali (293 miliardi di yuan); sanità (850 miliardi di yuan in tre anni); educazione (per aumentare i salari degli educatori in 12 milionid di scuole primarie e secondarie).
Wen ha garantito che il deficit del governo centrale rimarrà sul 3% del Prodotto interno lordo e che si troveranno nuove politiche fiscali per sostenere le esportazioni cinesi, crollate a causa della bassa domanda internazionale. A questo proposito il premier ha riaffermato che non vi saranno ritocchi sul valore dello yuan, come richiesto da molti Paesi, fra cui gli Stati Uniti, e che il tasso di cambio rimarrà “fondamentalmente stabile”.
A differenza di quanto molti analisti si aspettavano, Wen Jiabao non ha annunciato nessun nuovo pacchetto di salvataggio dell’economia, oltre a quello di 4 mila miliardi di yuan lanciato lo scorso novembre. Ciò ha portato delusione in molti investitori e la borsa di Shanghai ne ha risentito, riducendo l’indice che ieri era andato oltre il 6%.
Nel suo discorso, Wen ha ribadito l’impegno per rapporti pacifici con Taiwan e ha detto che la Cina è pronta a dialoghi con Taipei su temi politici e militari, riducendo la tensione e le ostilità che hanno caratterizzato gli anni passati.
Il premier si è soffermato anche sui problemi delle rivolte sociali, in crescita nel Paese, a causa di licenziamenti, ingiustizie, corruzione dei quadri. Wen ha ammesso che “la corruzione rimane un problema grave in alcune località, dipartimenti e aree”, ma ha sottolineato soprattutto che è importante per il governo prevenire ogni minaccia di rivolta sociale. “Andremo a migliorare – ha detto – un sistema di allarme immediato per la stabilità sociale, per prevenire in modo attivo e trattare in modo proprio ogni tipo di incidente di massa”. Le parole “incidente di massa” sono un eufemismo per rivolte, proteste e dimostrazioni. Secondo dati della Corte suprema, dal 2007 al 2008, tali “incidenti” sono raddoppiati, giungendo a 87 mila casi. Nel Guangdong, l’area più colpita da licenziamenti, dispute e rivolte sono aumentate quasi del 5% nel primo mese del 2009.
Anche a garanzia dell’ordine sociale, pure quest’anno il bilancio dell’esercito è stato accresciuto del 14,9% (490 miliardi di yuan), quasi il doppio dello stanziamento per gli ammortizzatori sociali e delle spese per la sanità.