Wen Jiabao: sull’emergenza neve il peggio deve ancora venire
Il presidente Hu Jintao, capo delle forze armate, ha chiesto all’esercito di sostenere “in ogni modo i governi locali”. Il premier spiega che il peggio deve ancora arrivare, mentre un economista quantifica i danni: ridotta di mezzo punto percentuale la crescita del Pil, aumentati di un terzo i prezzi dei generi di prima necessità. Il governo teme proteste sociali.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il primo ministro cinese Wen Jiabao ha avvertito la nazione che l’emergenza neve è ancora lontana dall’essere risolta; anzi, la crisi deve ancora affrontare la sua fase peggiore. Nel frattempo, continuano i disagi per i milioni di viaggiatori che cercano di tornare a casa per il Capodanno cinese e sono bloccati dal maltempo.
Wen ha parlato ieri al Consiglio di Stato ed ha invitato la nazione a mantenere l’attenzione sul problema neve, che ha creato delle condizioni “molto brutte” per il Paese. Per cercare di frenare l’emergenza, il Consiglio ha formato una commissione interministeriale, che ha il compito di occuparsi delle misure di primo intervento e gestire le risorse energetiche. Attualmente, i danni provocati dalla neve hanno raggiunto livelli record, e sono destinati ad aumentare.
Il governo ha mobilitato anche l’esercito: il presidente Hu Jintao, capo delle forze armate, ha ordinato ai militari ed alla polizia di sostenere “in ogni modo i governi locali”. Oltre 250mila soldati, insieme a 770mila poliziotti, si occupano al momento delle varie situazioni di crisi sparse per il Paese.
Nel frattempo, l’Ufficio meteorologico cinese conferma che sono in corso nevicate in diverse province cinesi del sud, fra cui il ricchissimo Guangdong: queste continueranno per giorni. La parte meridionale del Paese si trova così immersa in una sorta di blackout totale, data la mancanza di trasporti, generi di prima necessità ed energia.
Un quotidiano economico cinese ha poi riportato un’intervista all’economista Li Huiyong, che ha quantificato il danno prodotto dalla neve in una diminuzione di mezzo punto percentuale del Prodotto interno lordo. Secondo Li, inoltre, i prezzi dei beni di prima necessità (già colpiti da una forte inflazione) cresceranno di un terzo.
Tutto questo, spiegano diversi analisti sociali, crea non poche preoccupazioni al governo centrale, che teme il malcontento popolare scatenato dai disagi. Le proteste sociali sono infatti il vero campanello di allarme che negli ultimi anni ha scosso il Partito comunista: dalle manifestazioni contro la requisizione forzata delle terre a quelle contro gli sfratti, Pechino ha sempre risposto alle richieste della popolazione con la forza.
Vedi anche
Emergenza-neve, come la Sars nel 2003
30/01/2008
30/01/2008
Nevica di nuovo, ed è subito emergenza
18/02/2008
18/02/2008