Washington scongela i fondi nordcoreani fermi a Macao
Con questa decisione si apre la strada allo smantellamento dei reattori nucleari della Corea del Nord. Cauto ottimismo da Tokyo e Pechino.
Washington (AsiaNews/Agenzie) – I 25 milioni di dollari di proprietà del governo nordcoreano (congelati in una banca di Macao sin dal 2005) saranno resi di nuovo disponibili “al più presto”. Lo ha confermato oggi il governo Usa dicendo di aver trovato una soluzione alla disputa finanziaria che da lungo tempo lo contrappone alla Corea del Nord. Questa “apre la strada a veri progressi nel campo della denuclearizzazione della penisola coreana”.
La somma a Macao era stata bloccata proprio da Washington, che accusava Pyongyang di contraffare dollari e riciclare denaro sporco.
Dopo che il Dipartimento del Tesoro americano ha confermato l’ordine di scongelamento, Christopher Hill, capo negoziatore Usa per il nucleare ha commentato: “Ora che questa questione è risolta, possiamo affrontare i prossimi problemi, che sono molti”.
Il problema dei fondi bloccati era stato sollevato nel corso dell’ultimo round dei “colloqui a sei sul disarmo nucleare” che si sono svolti il 13 febbraio scorso a Pechino. Durante il confronto fra le sei nazioni – Cina, Russia, Stati Uniti, Giappone e le due Coree – l’inviato di Pyongyang aveva definito il denaro fermo a Macao “un argomento impossibile da ignorare”.
I colloqui, convocati dopo che in ottobre il regime stalinista aveva fatto esplodere il suo primo ordigno nucleare in una miniera, si sono conclusi con la promessa di smantellare i reattori in cambio di quasi un milione di tonnellate di petrolio.
Con la liberazione dei fondi, spiega Hill, “la Corea del Nord è stata accontentata: ora entro 30 giorni deve spegnere la centrale nucleare di Yongbyon e permettere la visita degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, come previsto dall’accordo di Pechino”. Allo stesso tempo, gli Usa “faranno in modo che il primo carico di carburante promesso arrivi in tempo”.
La Corea del Sud, che ha espresso l’intenzione di fornire la prima parte degli aiuti promessi alla parte nord della penisola, ha accolto con favore gli sviluppi. Chun Yung-woo, negoziatore di Seoul, ha spiegato che “ora non vi sono più grossi ostacoli allo smantellamento reale della minaccia nucleare”.
Stesso ottimismo anche da Tokyo, che però sottolinea “l’inaffidabilità del regime guidato da Kim Jong-il” e chiede “un controllo costante, giorno per giorno, della situazione”. Da parte sua, Pechino avverte che “nonostante la condizione sia migliorata, rimane molto lavoro da fare”.
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