Washington e Bruxelles: “Pronte a rivedere le sanzioni al Myanmar”
Washington (AsiaNews) - Se la giunta militare del Myanmar dovesse continuare nella sua strada verso la democrazia, Stati Uniti e Unione Europea sono pronte a rivedere del tutto le proprie politiche di sanzioni nei confronti del Paese. E' quanto emerge dall'annuncio del Segretario di Stato Usa Hillary Clinton in occasione del nuovo anno birmano e da una bozza di risoluzione che verrà votata entro domani dal Parlamento europeo.
Nel suo messaggio ai birmani in occasione del Thingyan, la Clinton scrive infatti che il Myanmar "ha fatto passi importanti nel nuovo, storico cammino verso la democrazia e lo sviluppo economico. Fino a che costruirete il vostro futuro in maniera più brillante, aperti a nuove opportunità, gli Stati Uniti continueranno a lavorare con voi per rafforzare la fiducia reciproca fra i nostri popoli e le nostre nazioni".
Per rafforzare il messaggio, la Clinton ha annunciato inoltre che il Dipartimento del Tesoro ha eliminato il blocco delle transazioni finanziarie dirette alle Organizzazioni non governative che operano nel Paese. Il blocco era previsto nel pacchetto di sanzioni approvate diverse anni fa contro la giunta: la sua rimozione aiuta tutte le Ong che operano a favore delle minoranze etniche, per la libertà religiosa e per l'insegnamento delle lingue occidentali. Il Segretario di Stato ha anche promesso la rapida nomina di un ambasciatore plenipotenziario degli Stati Uniti in Myanmar.
La risoluzione presentata al Parlamento europeo ventila invece la possibilità di una rimozione totale delle sanzioni. Nel lunghissimo testo, ottenuto da AsiaNews, gli eurodeputati ritraggono la situazione attuale del Paese come in sostanza "incoraggiante", ma sottolineano diversi punti oscuri ancora da chiarire. Fra questi il rapporto fra la giunta e le minoranze etniche e il 25 % dei seggi del Parlamento riservati ai militari.
Tuttavia, nel testo si capisce la soddisfazione di Strasburgo per i passi avanti compiuti con le ultime elezioni: "Diamo il benvenuto alle elezioni trasparenti e credibili del 1 aprile e sosteniamo le autorità affinché continuino su questa strada". Approvazione anche per il rilascio di prigionieri politici, le aperture ad Aung San Suu Kyi e le piccole aperture nel campo della libertà di informazione.
In questa ottica, i firmatari "invitano il Consiglio Europeo a valutare il valore politico delle sanzioni in atto alla luce del nuovo contesto del Paese, e propongono di sostenere questo cammino di risorse con chiari segnali politici come una sostanziale riduzione delle misure restrittive imposte a quella nazione".
15/11/2017 14:02