Wang, il paladino dei migranti, i paria dello sviluppo economico cinese
E' un contadino dello Shandong eletto all'Anp. Si batte perché i lavoratori migranti ottengano i diritti più elementari: salario, istruzione, sanità.
Pechino (AsiaNews/Scmp) - "I migranti sono discriminati rispetto ai residenti delle città". Così ritiene Wang Yuancheng, contadino dello Shandong eletto all'Assemblea nazionale del popolo (Anp), che lotta per ottenere i più elementari diritti per i lavoratori migranti.
Nato nel 1967 in una povera famiglia di 7 figli, Wang non ha mai posseduto un paio di calze finché non è andato alla scuola superiore. A 15 anni ha lasciato gli studi, perché la famiglia non poteva pagarli. Intorno a 20 anni è emigrato a Taian, città che allora aveva 400 mila abitanti. Qui ha lavorato per anni prima di investire nella prima scuola di computer della città. Oggi la scuola offre corsi a metà prezzo per lavoratori migranti e abitanti rurali.
Nel 2001 ha aperto una "linea rossa" per aiutare la gente rurale. Ma ha visto che per risolvere i problemi di oltre 100 milioni di persone, problemi occorrono interventi legislativi. Eletto all'Anp nel 2003, ha proposto una legge per i diritti dei lavoratori migranti che prevede pene per chi non paga i salari arretrati, l'eliminazione delle discriminazioni amministrative e un'assistenza sanitaria per i migranti.
"Anche se ho lasciato il villaggio da 20 anni - racconta Wang - sono ancora un contadino e un lavoratore migrante". "La loro vita è miserabile. Vivono in alloggi di fortuna, mangiano il cibo più economico, tofu (budino di soia) e cavoli. Non hanno assistenza medica e spesso non vengono pagati". Non avendo certificato di residenza in città (hu kou), ed essendo illegali, essi spesso non possono rivolgersi a polizia o tribunali per avere giustizia.
Quest'anno Wang vuole ottenere che ogni scuola pubblica ammetta una quota di figli dei migranti, così che essi non siano costretti ad andare in scuole apposite, meno qualificate. Vuole anche rivedere il sistema dei permessi permanenti di residenza e delle quote regionali di ammissione all'università, che - spiega - ostacolano l'istruzione dei giovani delle campagne. (PB)