11/10/2010, 00.00
KIRGHIZISTAN
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Voto tranquillo a Bishkek, nessun vincitore, si profila un governo di coalizione

Si è svolto ieri senza problemi il voto per il parlamento del Kirghizistan, primo voto dopo la cacciata dell’ex presidente Bakiyev. Affluenza bassa, 5 partiti in lotta per il primo posto ma nessuno con una chiara maggioranza. Si attende di vedere se tutti accetteranno il risultato.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – Testa a testa tra 5 partiti in Kirghizistan, si profila come necessario un governo di coalizione. Regolare ieri il voto, ma in calo i votanti.

Lo spoglio dei voti per il nuovo parlamento kirghiso procede con regolarità. Dopo lo spoglio di oltre metà dei voti, 5 partiti erano in lotta: il Partito Ata-Zhurt, nazionalista che raccoglie molti ex sostenitori del presidente deposti Kurmanbek Bakiyev, con circa l’8,66% avanti ai socialdemocratici pro-governo del Sdpk con l’8.07% e ad altri 3 partiti con il 6-7% ciascuno. In ogni caso, già si profila necessario un governo di coalizione, confermando le previsioni della vigilia che nessun partito sarebbe riuscito a imporsi.

Ieri ha votato il 56,59% dei 2,8 milioni di aventi diritto, per eleggere i 120 parlamentari tra i 29 partiti in lotta. Percentuale più bassa delle precedenti elezioni, ma il governo provvisorio ha commentato che questa è la prova che i precedenti voti erano manipolati. Esperti osservano che, peraltro, molti lavoratori migranti non possono tornare a casa per lavorare e che l’affluenza è stata bassa soprattutto nelle regioni meridionali, dove pure ci sono ancora numerosi profughi.

La premier Roza Otunbayeva (nella foto, mentre vota) ha detto che queste sono “le prime elezioni libere del Kirghizistan”.

Il voto si è comunque svolto senza disordini, confermando gli auspici che dopo 6 mesi di proteste di piazza il dibattito possa tornare anzitutto in parlamento. Gli osservatori, inviati da enti internazionali, confermano la regolarità delle elezioni e parlano di pochi casi di brogli tentati.

Peraltro tutti ritengono decisivi i prossimi giorni, per vedere se i partiti sconfitti accetteranno il risultato o ci saranno accuse di brogli. Il rischio è che riprendano le proteste di piazza.

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