Votato ieri il nuovo parlamento turkmeno
Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Secondo i dati ufficiali, il 90% dei turkmeni si è recato ieri alle urne per eleggere i 125 membri del nuovo parlamento, come prevede la nuova Costituzione approvata a settembre. Ora il governo ha 10 giorni per annunciare i risultati, anche se molti accusano che l’esito sia già scontato.
Il governo parla di “una pietra miliare” nella riforma democratica del Paese. Ma i critici osservano che la gran parte dei 288 candidati sono membri del partito del presidente Kurbanguly Berdymukhammedov, unico partito ufficiale, oltre a una manciata di candidati “indipendenti” che per presentarsi hanno pure avuto bisogno di una “autorizzazione” governativa. Gli indipendenti ritengono che nulla sia cambiato rispetto al regime del precedente presidente Saparmurat Niyazov.
L’insegnante e giornalista Sazak Durdymuradov spiega che candidarsi sembra facile: bastano 10 firme di sostegno. Ma la sua candidatura è stata rifiutata “per ragioni non comunicate”. Spiega che non c’è stata una vera campagna elettorale: “niente manifesti, niente incontri”, “niente informazioni dei media statali”, a pochi giorni dal voto “i nomi dei candidati” erano ancora sconosciuti.
Fonti locali spiegano che 2 o 3 giorni prima del voto, la polizia va casa per casa e dice alla gente di andare a votar domenica mattina: la gente ha paura della polizia, così vanno tutti a votare.
L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha mandato solo pochi esperti, perché ritiene impossibile un effettivo controllo. Sono stati dati limitati permessi alla stampa estera e Oguljamal Yazliyeva, direttrice locale di Radio Free Europe, denuncia che “la Telecom turkmena ha bloccato le linee telefoniche dei giornalisti, ogni loro movimento è controllato dalla polizia”. (PB)