Volontari cattolici indonesiani: servire Dio, fra le vittime delle catastrofi
di Rosalia Royani
In 10 anni di attività, l’associazione KBKK ha raccolto l’adesione di 400 membri provenienti da tutto il Paese. Avviato un progetto di ricostruzione a Padang, per gli sfollati del sisma del 30 settembre scorso. La fondatrice: in aiuto ai bisognosi, senza distinzione di fede o credo religioso.
Jakarta (AsiaNews) – Dopo aver soccorso gli sfollati del terremoto di Padang, nella provincia di West Sumatra, gli attivisti cristiani di Humanitarian and Charity Group (KBKK) hanno avviato un nuovo progetto per la ricostruzione e lo sviluppo della zona, devastata dal sisma il 30 settembre scorso. “Perché servire le persone in difficoltà” afferma ad AsiaNews Grace Ekanegara, membro dell’associazione caritativa, “è innanzitutto presentare l’amore di Dio. Questa è la nostra preoccupazione e la base della missione”.
KBKK è l’acronimo di “Kelompok Awam dan Religius Misioner”, un invito – sin dal nome – alla missione per “laici e sacerdoti”. Nei suoi 10 anni di attività in Indonesia ha garantito numerosi interventi nelle aree di maggior emergenza. A oggi più di 400 persone hanno aderito all’associazione: essi provengono da tutto il Paese e vantano un curriculum e un bagaglio personale assai differente fra loro.
L’associazione è nata all’indomani della tragedia umanitaria che si è consumata nella ex-provincia indonesiana di Timor Est, teatro nel 1999 di una guerra sanguinosa. All’epoca moltissimi cattolici indonesiani hanno aderito alla missione per soccorrere i rifugiati timoresi, fuggiti nel distretto di Atambua, nella provincia di East Nusa Tenggara, per scampare alle violenze.
Nel 2002 la KBKK ha aiutato le vittime delle violenze interconfessionali a Palu, Poso e Tentena, località delle Sulawesi Centrali teatro di uno scontro sanguinario fra cristiani e musulmani. Nel 2005 sono corsi in aiuto alle vittime dello tsunami, che ha devastato intere aree di Aceh e del North Sumatra. E ancora, i numerosi interventi in seguito a terremoti, un fenomeno ricorrente nell’arcipelago indonesiano, l’ultimo dei quali il 30 settembre scorso a Padang, nel West Sumatra. Interventi che non si concludono con la fine dell’emergenza, ma proseguono per garantire il lento ritorno alla normalità.
Irene Setiadi, fondatrice di KBKK, spiega che l’associazione è nata con lo scopo di raccogliere fedeli “desiderosi di servire la Chiesa” mettendo a disposizione “se stessi, i propri talenti, le esperienze professionali, il denaro”, per aiutare persone “bisognose, senza distinzione di fede o credo religioso”. Lucas Jusuf, marito della Setiadi, sottolinea il “servizio totale agli altri”, all’insegna dei valori promossi “dalla Chiesa nella sua missione”.
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