Vittime senza nome dello tsunami: il via alla sepoltura
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – La Thailandia ha iniziato ieri a seppellire le vittime del disastroso tsunami del 2004 non riconosciute da nessuno, in una cerimonia a cui hanno partecipato pochi fra rappresentanti del governo e monaci buddisti.
Il governo ha deciso di far celebrare una cerimonia multi-religiosa per seppellire i 410 corpi non identificati, molto probabilmente migranti clandestini provenuti dal vicino Myanmar per lavorare nelle strutture turistiche del Paese.
Il colonnello Khemmarin Hassiri, capo dell’Unità per l’identificazione delle vittime dello tsunami, spiega: “Abbiamo iniziato il 6 dicembre scorso al cimitero Bang Maruan con dei funerali buddisti, cristiani e musulmani. Subito dopo, sono state seppellite le bare senza nome”. Il camposanto si trova nella provincia settentrionale di Phang Nga, a nord di Phuket, una delle più colpite dallo tsunami del 26 dicembre di 2 anni fa.
Dopo le cerimonie religiose, i resti delle vittime sono stati deposti in delle bare metalliche ed interrate.
Il colonnello aggiunge che “è stata utilizzata la stessa procedura anche per i corpi riconosciuti ma ancora in attesa di tornare in Patria. Invece di seppellirli, li abbiamo depositati in dei container a temperatura controllata in attesa delle famiglie”.
Lo tsunami del 26 dicembre 2004 ha investito la maggior parte delle coste dell’Oceano Indiano, colpendo soprattutto Indonesia, Thailandia, Sri Lanka e India.
Il numero totale di vittime accertate si aggira intorno a 226 mila, ma decine di migliaia di persone sono ancora date per disperse, mentre gli sfollati sarebbero tra i tre ed i cinque milioni.
L’onda gigante che ha colpito le coste della Thailandia ha ucciso 5.400 persone, di cui circa la metà stranieri in vacanza: il turismo, duramente colpito dalla tragedia, sembra ora essersi ripreso.
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