Violenze anti-cristiane, la vedova del missionario ucciso in Orissa invita al perdono
Mumbai (AsiaNews) – Un appello al “perdono reciproco” e un invito ai leader politici affinché riportino l’“armonia” tra le comunità nel rispetto di tutti, giunge da una delle maggiori vittime dell’odio anti-cristiano nello Stato dell’Orissa, l’australiana Gladys Staines. La donna, ora in Australia, ha perso il marito, un missionario, e i suoi due figli arsi vivi nella loro auto il 22 gennaio 1999 a Manoharpur. “Profondamente preoccupata e addolorata” per le violenze perpetrate a Natale contro chiese ed istituzioni cristiane per mano dell’organizzazione fondamentalista Vishva Hindu Parishad (Vhp), la Staines ha inviato una lettera al premier indiano Manmohan Singh e al Chief Minister dell’Orissa, Naveen Patniak. “Pregherò affinché Lei e gli altri leader nazionali e locali siate guidati da forza e saggezza nel riportare l’armonia e la pace nelle zone colpite – si legge nella missiva - prego anche perché la situazione si normalizzi il prima possibile e tutti possano riprendere a vivere insieme in armonia”.
Nella sua lettera di risposta il primo ministro indiano garantisce l’impegno del suo governo nel proteggere tutti i cittadini indistintamente. “Adotteremo tutte le misure necessarie – scrive Singh, che ha discusso il problema con Patniak – per assicurare il ritorno alla normalità e riportare pace e armonia”. “Le garantisco – aggiunge – che il governo proteggerà i diritti fondamentali e le libertà di tutti i settori della nostra società, compresa la libertà religiosa, come sancito nella Costituzione”. L’Orissa è uno stato dove il fondamentalismo nazionalista indù è molto forte. Dal 1968 vi è una legge anti-conversione, che blocca la missione dei cristiani. (NC)
23/01/2020 14:41