Violenti scontri tra esercito e ribelli islamici nella Swat Valley
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il governo provinciale definisce di nuovo “grave” la situazione nel distretto della Swat Valley, Provincia della Frontiera Nordoccidentale, e chiede più soldati per “proteggere le vite e le proprietà”. Sono ripresi con violenza gli scontri tra l’esercito pakistano e i ribelli locali: ieri nel villaggio Deolai un colpo di mortaio ha colpito una casa uccidendo l’intera famiglia di 7 persone, mentre altri colpi di mortaio hanno causato vittime isolate. I militanti hanno incendiato ponti e altre installazioni statali e, per impedire l’istruzione per le donne, hanno bruciato varie scuole femminili, l’ultima ieri. Sempre ieri i soldati hanno abbandonato un fortino nel Waziristan meridionale, dove avere subito ripetuti attacchi.
Le ostilità sono scoppiate il 29 luglio quando i ribelli hanno catturato oltre 30 soldati e poliziotti in un assalto a un punto di controllo, dopo che il 28 hanno ucciso 3 funzionari dell’intelligence. Da allora sono morti almeno 10 soldati e 25 ribelli. L’area è di nuovo zona di guerra e fuggono via a centinaia. I soldati sparano con elicotteri e artiglieria sulle postazioni dei ribelli. C’è il coprifuoco, allentato solo nelle 2 ore prima di mezzogiorno per consentire alla popolazione di comprare provviste.
A maggio il governo pakistano, incapace di stroncare gli insorgenti, ha concesso alle milizie talebane di occupare parte della provincia, persino insediando propri tribunali islamici per giudicare secondo la sharia, la legge coranica. In cambio ha posto precisi limiti al loro potere, impegnandoli a non compiere atti bellici. Gli Stati Uniti e la Nato hanno sempre criticato questo accordo e ora dicono che esso, invece che consentire a Islamabad di riprendere il controllo della situazione, ha permesso ai talebani e ad al-Qaeda di portare maggiori attacchi nel vicino Afghanistan.