Villaggio "capitalista" per i rifugiati del nord
Seoul (AsiaNews/SCMP) Volontari sud coreani, costruiranno un villaggio per l'accoglienza dei profughi del nord comunista e in cui si impartiranno lezioni per preparare il loro adattamento nel sud capitalista . L'insediamento si chiamerà Tongil o villaggio dell'Unificazione. Coprirà una superficie di 165 ettari a Hwaseong, a sud della capitale, e comprenderà fattorie, fabbriche e case per più di 100 famiglie, hanno dichiarato gli organizzatori.
"Il numero crescente di profughi dal nord rende necessario un supporto programmato per il loro inserimento nel paese, non solo per il loro trasferimento", sottolinea Kim Jin-hong, pastore della Chiesa di Doorae. Dato l'enorme aumento di profughi, la durata del corso per i rifugiati sarà di 2 mesi anziché 3. Secondo stime del Ministero per l'unificazione, in Corea del sud vivono più di 5mila nordcoreani, di cui 4mila arrivati solo negli ultimi 5 anni,. Provenendo da un regime totalitario come quello di Pyongyang la vita in una società, considerata tra le più dinamiche dell'Asia, crea difficoltà a molti. Alcolismo e disoccupazione sono solo alcuni dei problemi con cui i rifugiati devono imparare a convivere.
Le strutture in grado di assorbire il massiccio flusso di profughi sono poche. La Corea del sud ha solo 2 centri d'accoglienza. Il ministro dell'Unificazione Chung Dong-young ha dichiarato di recente: "Finora ci siamo preparati a ricevere solo piccoli gruppi di rifugiati. È urgente migliorare la nostra politica e le nostre strutture di accoglienza. Nel prossimo futuro si attendono 10 mila nord-coreani".
Tra il 27 e il 28 luglio scorso 468 nordcoreani sono arrivati, con due aerei, a Seoul. L'episodio è considerato finora il più massiccio esodo di rifugiati nel paese. Pyongyang ha definito il massiccio trasferimento di suoi cittadini nel sud "un rapimento ben organizzato e programmato da Seoul e dai suoi complici. Un atto terroristico commesso alla luce del giorno".