Vietnam, nuovo decesso per l'influenza aviaria
Si teme che questo sia l'inizio di un'epidemia invernale. Pechino chiede l'aiuto dell'Organizzazione mondiale della sanità. A Ginevra si discutono interventi comuni.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) Nuovo morto in Vietnam per l'influenza aviaria, mentre la Cina chiede l'intervento dell'Organizzazione mondiale della sanità e adotta misure drastiche. A Ginevra gli esperti mondiali sottolineano che occorre un affronto comune e coordinato della malattia.
Vietnam. La nuova vittima è un uomo di 35 anni di Hanoi. Si è sentito male dopo avere mangiato pollo con la sua famiglia ed è stato ricoverato con difficoltà respiratorie presso l'ospedale Bach Mai il 26 ottobre, dove è morto il 29. Dal 2003 il virus ha ucciso 64 persone, 42 nel solo Vietnam (ma l'ultima era morta a luglio), 13 in Thailandia, 5 in Indonesia e 4 in Cambogia. Ma molti esperti dicono che questi sono solo i morti ufficiali e che per molti decessi la causa non è stata accertata, anche per mancanza di laboratori specializzati d'analisi. Nel 2004 il 1° decesso della stagione invernale (quando maggiore è il contagio) si era avuto in dicembre, per cui c'è il timore che quest'anno il morbo sia più virulento. La scorsa settimana sono stati riscontrati numerosi contagi tra i polli nella provincia di Bac Giang, i primi da 3 settimane. Sono stati abbattuti oltre 10 mila polli.
Oms. "Una pandemia è in arrivo", ha detto ieri Lee Jong-wook, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha aperto a Ginevra i lavori del meeting di 3 giorni tra esperti e politici di tutto il mondo. "Non sappiamo quando avverrà, ma ha proseguito - sappiamo che ci sarà." "Se non siamo preparati, la prossima pandemia causerà una miseria senza precedenti. Nessun Paese ne sarà immune". Ha poi espresso "cauto ottimismo" perché le conseguenze possono venire contenute se ci sarà una cooperazione internazionale. La Banca mondiale avverte che una pandemia costerebbe 800 miliardi di dollari Usa per l'economia mondiale.
Cina. Ieri Gao Qiang, ministro dell'Agricoltura, in un discorso televisivo ha ordinato a tutte le autorità sanitarie locali maggiore prevenzione e controllo contro il contagio umano. Ha anche invitato l'Oms a partecipare agli accertamenti sui 3 casi di malattia avvenuti nell'Hunan. L'Oms commenta in modo positivo la collaborazione offerta da Pechino. Shigeru Omi, direttore generale dell'Oms per la zona Pacifico occidentale, dice che "è la prima volta che il governo [cinese] affronta il problema in modo serio" anche per il pericolo di contagio umano. A Pechino vietata la vendita di pollame vivo e il loro allevamento nel centro della città.
Malaysia. Preoccupazione dopo una seconda moria di piccioni a Sungai Petani, città nel nord ovest del Paese. In corso analisi. La Malaysia ha dichiarato lo scorso gennaio di essere libera dal morbo.
Arabia Saudita. In corso di accertamento le cause della morte di decine di polli di una fattoria a Surat Obaida, nel meridione occidentale.
Russia. Scoperto un contagio tra gli uccelli nel villaggio di Ozero-Sosnovka, vicino Cheliabinsk negli Urali. Secondo il ministro dell'Agricoltura il virus, portato da uccelli migratori, è presente nelle anatre in 12 villaggi, ma per altri 9 ci sono casi sospetti. (PB)