Vientiane rivede la sua Costituzione (come ogni 10 anni)
L’Assemblea nazionale del Laos ha completato l’esame della nuova bozza costituzionale, che punta a rafforzare le amministrazioni locali, promuovere un’economia autosufficiente, e rafforzare il ruolo della Procura del popolo nei procedimenti penali. Tra le novità, anche il riconoscimento esplicito della diaspora laotiana come parte integrante della nazione.
Vientiane (AsiaNews) - L’Assemblea nazionale del Laos ha appena terminato completato la revisione della bozza di una nuova Costituzione, un processo che la nazione del sud-est asiatico affronta ogni dieci anni. Dal 17 al 20 marzo i parlamentari laotiani hanno discusso una serie di importanti cambiamenti alla struttura politica e giuridica del Paese con l’obiettivo di conferire maggiori poteri alle amministrazione locali e sviluppare un’economia indipendente. Finalità che richiamano i processi di cambiamento che di recente ha affrontato anche il vicino Vietnam.
Il processo di revisione della Costituzione in Laos è iniziato a giugno 2024, con l’annuncio da parte del governo e la creazione di un’apposita commissione. In base accordo con quanto previsto dalla legge nazionale, da gennaio la bozza del testo è stata resa disponibile sul sito del ministero della Giustizia per favorire il processo di consultazione, anche se la normativa non dice nulla sulla gestione dei commenti una volta raccolti.
Promulgata per la prima volta nel 1991 - nonostante la Repubblica popolare democratica del Laos fosse stata formalmente fondata 16 anni prima -, la Costituzione laotiana è stata poi emendata nel 2003 e nel 2015, rendendo una consuetudine rivedere la Carta fondamentale ogni 10-12 anni, in tempi anche molto stretti.
Ad agosto 2021, in occasione del 30° anniversario della Costituzione del 1991, il presidente dell'Assemblea nazionale, Xaysomphone Phomvihane (figlio di Kaysone Phomvihane, primo leader del Partito rivoluzionario del popolo laotiano, il partito unico comunista che guida il Paese), aveva sottolineato “la necessità di emendare la Costituzione in risposta ai cambiamenti dei tempi moderni”, mentre pochi mesi prima aveva dichiarato che “le modifiche previste sosterranno meglio gli obiettivi di sviluppo del Partito e del governo”, guidato dal primo ministro Sonexay Siphandone.
A differenza del passato, il Partito sembra voler dedicare maggiore importanza agli emendamenti costituzionali, sottolineano alcuni commentatori. Le modifiche contenute nel progetto di revisione non sono ancora definitive, ma segnalano l’ambizione del Laos a superare lo status di Paese sottosviluppato. L’articolo 13 introduce il concetto di “economia indipendente” e sottolinea l’importanza di una crescita stabile, autosufficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale. Anche i media locali hanno evidenziato la volontà del Laos di ridurre la propria dipendenza da fattori esterni e attrarre maggiori investimenti. In maniera molto simile al Vietnam, anche il Laos ha intenzione di inserire l’innovazione, la scienza e la tecnologia come motori chiave della crescita economica futura.
Per raggiungere gli obiettivi economici, viene rivista l’amministrazione locale. La Costituzione del 2015 prevede una gestione strutturata attorno a ruoli esecutivi individuali (governatori, sindaci e capi villaggio). Il nuovo testo abolirebbe queste posizioni per introdurre dei comitati governativi guidati da un presidente, una decisione nata per decentralizzare il processo decisionale e distribuire il potere in maniera più uniforme, sostengono i media locali. Allo stesso tempo, la bozza prevede la creazione di un ulteriore livello amministrativo, chiamato “ta seng”, che corrisponderebbe a una sorta di contea, a metà strada tra il distretto e il villaggio. Si tratta di una proposta che serve probabilmente ad alleggerire il carico amministrativo di alcuni distretti e a ridurre il senso di distanza che prova la popolazione nei confronti della governance.
Le novità più importanti riguardano però il sistema giudiziario: la bozza costituzionale rafforza il ruolo della Procura del popolo sia come autorità preposta all'applicazione della legge che come autorità giudiziaria. Mentre prima svolgeva perlopiù funzioni di garanzia legislativa, ora viene fatta esplicita menzione alla possibilità di “avviare l’azione penale”, una decisione che rafforza il controllo del governo sui procedimenti legali. Anche se sarà l’Assemblea nazionale ad esercitare il controllo sulla Procura del popolo, appare evidente il tentativo di accentrare l’azione legale all’interno delle istituzioni statali.
Un altro cambiamento importante riguarda l’esplicito riconoscimento della popolazione laotiana che vive all’estero come parte inseparabile della comunità nazionale. La bozza parla di “popolo lao” anziché di “cittadini”, un termine che sembra includere anche coloro che in passato sono migrati all’estero e hanno acquisito una nuova cittadinanza. Anche se il testo non concede particolari riconoscimenti legali ai membri della diaspora, potrebbe trattarsi di un primo passo verso l’inclusione delle comunità di laotiani all’estero, un tema delicato a causa delle divisioni politiche e delle conseguenti ondate migratorie che si sono verificate a partire dal 1975. Dopo la fine della guerra del Vietnam e la creazione di una repubblica comunista in Laos, circa 300mila persone, su una popolazione totale di 3 milioni, lasciarono il Paese attraversando il confine con la Thailandia.