06/12/2024, 10.27
SIRIA
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Vicario di Aleppo: 'Fake news le voci su una mia nomina a governatore’

Con un messaggio sui social mons. Jallouf smentisce la “notizia” rilanciata in rete secondo cui Hts gli avrebbe affidato la guida della città. Il presule parla di “bugia” e di “vergogna”, ribadendo che "intromettersi in politica non è la misisone della Chiesa”. Ad AsiaNews il parroco parla di una comunità “disorientata e confusa” che va “incoraggiata”. I ribelli alle porte di Homs. 

Aleppo (AsiaNews) - Alcune pagine social, in particolare su Facebook, “stanno facendo circolare la notizia della mia nomina a governatore di Aleppo: questa è una bugia, non è veritiera ed è una vergogna per il bene” della Chiesa stessa e della società. Con un messaggio rilanciato sulla propria pagina mons. Hanna Jallouf, francescano, da luglio 2023 vicario apostolico di Aleppo, smentisce categoricamente le voci circolate in queste ore di una sua nomina a guida della città. “Noi [come vertici ecclesiastici e uomini di fede] non ci intromettiamo in politica - prosegue il messaggio del prelato, che avendo vissuto a Idlib vanta relazioni e rapporti con i movimenti che mirano a rovesciare il presidente Bashar al-Assad - perché questa non è la nostra missione”.

Da ieri pomeriggio, infatti, alcune voci - peraltro prive di alcuna conferma, ma che hanno trovato come spesso avviene spazio e condivisioni in rete - parlavano di una nomina del prelato a governatore di Aleppo da parte di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e altri gruppi di opposizione. Fake news la cui origine resta incerta, ma che si potrebbe ricondurre al tentativo dei movimenti ribelli di mostrare un tono dialogante e di apertura verso le minoranze, diverso dai massacri perpetrati dallo Stato islamico (SI, ex Isis) o da al-Qaeda in passato fra Siria e Iraq solo per fare alcuni esempi. 

Il vicario di Aleppo ha proseguito il suo messaggio esortando a non utilizzare i social per diffondere notizie false o che potrebbero alimentare confusione, malcontento o inasprire ancor di più una situazione già di guerra e violenze. Voci, conclude il prelato, che potrebbero essere diffuse ad arte anche per colpire egli stesso: “Mentire - afferma - è la chiave per bruciare una persona. Ma noi, ripeto, non ci facciamo coinvolgere in politica”. 

Queste voci non contribuiscono certo a rasserenare il clima di una comunità cristiana ad Aleppo che appare “disorientata e confusa” per il clima di guerra improvviso e inaspettato che si è trovata a vivere, come racconta in un messaggio ad AsiaNews p. Bahjat Karakach. Il parroco della chiesa di san Francesco d’Assisi sottolinea il bisogno di essere “tranquillizzati e incoraggiati” che riguarda non solo i cristiani, ma di gran parte della popolazione. Tuttavia, egli aggiunge che “le risposte agli interrogativi che vi tormentano  non verranno stando chiusi in casa, ma scendendo sul campo a operare il bene”. Un monito lanciato in occasione di un incontro con i giovani della comunità, cui hanno partecipato oltre 400 fra ragazzi e ragazze, un numero che ha “sorpreso” anche il sacerdote ma che rivela il loro bisogno di essere “incoraggiati e sostenuti”.

Infondere fiducia, guardare al futuro pur in una fase di profonda incertezza è il “messaggio più importante” che la Chiesa cerca di trasmettere soprattutto “ai giovani, che si pongono mille domande” spiega il prete nato e vissuto ad Aleppo. Durante l’incontro, conclude p. Bahjat, “abbiamo insistito sul fatto che non dobbiamo lasciarci vincere dalla paura che ci paralizza, bensì rimboccarci le maniche e fare qualcosa per la nostra città, promuovendo iniziative per le strade a favore di tutti” senza distinzioni di fede o etnia.

Infine, sul fronte del conflitto dopo aver conquistato Aleppo e Hama, i ribelli puntano ora verso Homs, città a nord di Damasco. A riferirlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base nel Regno Unito e una rete di informatori sul terreno, secondo cui sarebbero a 5km dalla città e in fase di rapido avanzamento. Al contempo vi sarebbero raid aerei di caccia siriani che hanno preso di mira il ponte al Rastan che collega la città di Hama a Homs, nel (vano) tentativo di proteggerla dall’avanzata del fronte anti-Assad. L’agenzia turca Anadolu, infatti, riporta che gli insorti hanno già preso il distretto di Rastan nella provincia di Homs, dove vi sarebbero migliaia di civili in fuga, ma l’obiettivo finale resta Damasco e “il rovesciamento del regime di Assad”. 

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