25/02/2005, 00.00
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Vescovo iracheno: L'Iraq sconfigge i terroristi

 

Amadiyah (AsiaNews) – Il terrorismo in Iraq "sta perdendo colpi"; la gente vede in televisione i terroristi arrestati e "prende coraggio" perché li vede catturati e neutralizzati. Inoltre il morale della popolazione irachena "migliora" perché la polizia e l'esercito iracheni "iniziano a essere operativi" nell'azione contro il terrorismo. Lo afferma ad AsiaNews mons. Rabban Al-Qas, vescovo di Amadiyah, nel nord dell'Iraq.

Ieri comunque si sono verificati altri episodi di violenza nel paese: il più grave, un kamikaze che si è fatto esplodere in una stazione di polizia a Tikrit, uccidendo 15 agenti.

Mons. Rabban riferisce che "il leader dei terroristi a Mosul è stato arrestato e con lui altri terroristi. Ora la polizia e l'esercito nazionali hanno le forze per operare. Ogni giorno vediamo alla televisione 40-50 persone arrestate per terrorismo o perché collaboratori dei terroristi".

Mons. Rabban racconta che la popolazione irachena è ora "più contenta": "Prima gli abitanti di Mosul e Baghdad erano terrorizzati, adesso va meglio. La gente vede in televisione i terroristi in manette e in prigione, e prende fiducia verso il governo e la sua opera contro il terrorismo". Tra i terroristi presi dalle forze dell'ordine, riferisce ancora il vescovo, "molti sono stranieri: sudanesi, pakistani, siriani e giordani. Tutti terroristi entrati nel nostro paese grazie ai fondi elargiti dalla Siria".

Anche sulla situazione politica dell'Iraq post elezioni il vescovo si dimostra ottimista: "I sunniti parteciperanno di certo alla redazione della nuova Costituzione" afferma mons. Rabban. "Dovete ricordarvi che l'Iraq non è l'Iran, qui non facciamo distinzione in base all'appartenenza religiosa, siamo tutti iracheni e tali ci comportiamo in politica". Anche la situazione dei cristiani in Iraq, secondo il vescovo di Amadiyah, è "migliorata": ad esempio "i cristiani nel nord dell'Iraq sono stati il secondo partito alle elezioni e vengono rispettati. C'è un po' di dispiacere perché si sono presentati più partiti e così hanno frazionato il voto cristiano".

Mons. Rabban è protagonista in prima persona di un segno di rinascita del nuovo Iraq: la sua scuola multietnica e multireligiosa ad Amadiyah: "Ci sono studenti cristiani e musulmani che studiano in aramaico e francese: è la prima volta in tutta la storia dell'Iraq che alunni musulmani studiano nella lingua che fu di Gesù!" racconta fiero mons. Rabban. "Abbiamo iniziato con 77 alunni e una quarantina fra insegnanti e personale vario. La scuola è assolutamente gratuita perché vogliamo dare ai ragazzi poveri la possibilità di istruirsi e formarsi". La scuola, di proprietà della diocesi, è un liceo, aperto da poche settimane: è stato finanziato dal principato di Monaco, dalle Oeuvres Orientales e da varie Caritas nazionali.

Alla richiesta se sia ottimista sul futuro del suo paese, mons. Rabban esclama convinto: "Ma certo! Il popolo iracheno non è per il terrorismo. Da tempo andavo dicendo che i terroristi che ammazzavano i civili e tagliavano le teste non erano iracheni ma stranieri infiltrati: ora ne abbiamo le prove". (LF)

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