Vescovo di Malolos: no all'uso dei luoghi sacri per incontri politici
Il prelato, mons. Oliveros, chiede di deporre le armi prima di entrare nei luoghi di culto e di non usarle per incontri a favore o contrari all'insurrezione comunista della zona. L'esercito si difende e definisce chiese e cappelle "luoghi pubblici".
Pampanga (AsiaNews) Il vescovo di Malolos, nelle Filippine, ha chiesto ai sacerdoti della sua diocesi di fare il possibile per impedire all'esercito e ad altri gruppi armati di usare le cappelle e le chiese del territorio per incontri a favore o contro la guerriglia comunista che imperversa nella zona.
Il presule, mons. Jose Oliveros, ha preso questa decisione dopo aver letto ed approvato un documento del Consiglio sacerdotale diocesano della zona. Secondo il giornale della diocesi "chiese, cappelle, scuole, ospedali e sanatori non devono essere usati come punto di incontro di nessun gruppo armato. Chiunque voglia entrare in uno di questi posti, deve deporre le armi all'ingresso".
Il rappresentante locale dell'esercito, colonnello Rimmel Gomez, ha difeso invece l'uso dei luoghi di culto da parte dei soldati. "Le chiese sono luoghi pubblici ha commentato - ed i sacerdoti si vedono poco in molte cappelle rurali. Non approvo la decisione del vescovo, ma non la voglio contestare: sono i residenti che decidono dove incontrarsi e di cosa parlare"
La diocesi conta nel suo territorio 1.203 fra parrocchie e semi-parrocchie, sparse fra 25 città della provincia di Bulacan. L'uso di chiese e cappelle cattoliche come luogo di incontro degli anti-comunisti è nato durante la reggenza del gen. Jovito Palparan, che ha cercato senza successo di fermare l'insurrezione dei rossi nella zona.
21/04/2023 13:37