Vescovo di Dili: necessari "volti nuovi" alla guida del Paese
Mentre Timor Est oggi vota per le elezioni parlamentari, mons. da Silva denuncia il “fallimento” dei protagonisti storici della politica nazionale e individua in un "ricambio generazionale" ai vertici del governo, l’unica possibilità perché il Paese superi l'instabilità politica.
Dili (AsiaNews/Agenzie) – Un “ricambio generazionale” ai vertici del Paese è quello che servirebbe a Timor Est per uscire dall’instabilità politica e sociale. Il suggerimento arriva dall’arcivescovo di Dili, mons. Alberto Ricado da Silva, mentre gli elettori del giovane Stato si stanno recando alle urne per le attese elezioni parlamentari di oggi. “Gli attuali protagonisti della nostra politica hanno fallito, devono uscire di scena - dichiara il presule al South China Morning Post - abbiamo bisogno di leader con capacità tecniche ed esperienza”.
Su 14 partiti che si presentano alle elezioni, di fatto la sfida è tra due formazioni: il CNRT (National Congress for the Reconstruction of East Timor) la nuova sigla creata dall’ex presidente di Timor Est, Xanana Gusmao, eroe dell’indipendenza da Jakarta e lo storico Fretilin, al potere dal 2001 e guidato dal rivale Mari Alkatiri. Secondo le previsioni di molti analisti, nessun partito guadagnerà la maggioranza assoluta e il premier, come i ministri chiave, saranno scelti sulla base del negoziato politico tra i partiti in Parlamento.
L’arcivescovo di Dili spiega le sue posizioni tracciando un bilancio degli anni al potere del Fretilin: “La situazione è andata di male in peggio, la povertà è ad alti livelli e la popolazione soffre”. D’altro canto anche gli altri partiti non sembrano offrire grandi prospettive: “Essi non hanno sufficiente capacità… i loro rappresentanti sono venuti a trovarmi, ma in quello che propongono non ho visto nulla in grado di poter cambiare la situazione”, dice l’arcivescovo. Mons. da Silva ripone la sua fiducia nel Partito di Unità nazionale guidato da Fernanda Borges: “Non penso che vincerà a queste elezioni, ma è buono che la gente inizia a rendersi conto che c’è un’alternativa”.
Timor Est è la nazione più giovane e povera dell’Asia: quasi metà della sua forza lavoro è disoccupata, circa il 60% dei bambini sotto i 5 anni è malnutrito e il reddito medio è al di sotto di un dollaro al giorno. Per 24 anni l’isola è stata sotto l’occupazione indonesiana, finché nel 1999 un referendum promosso dall’Onu ne ha decretato l’indipendenza.
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