Vescovo di Butuan condanna il raid di militari contro le suore del Buon Pastore
Il prelato, mons. Juan de Dios Pueblos, vuole chiedere l'intervento della Commissione Melo, che indaga sulle violazioni dei diritti umani nel Paese. Per le suore, l'attacco evidenzia il disprezzo dei soldati per la legge.
Butuan (AsiaNews) Il vescovo di Butuan ha condannato l'attacco contro il convento delle sorelle del Buon Pastore avvenuto il 1° novembre scorso per mano dell'esercito ed ha chiesto un'indagine accurata da parte delle autorità.
Il prelato, mons. Juan de Dios Pueblos, ha aggiunto che "i militari hanno ammesso i loro errori e quindi devono affrontarne le conseguenza. Ho intenzione di chiedere l'intervento della Commissione Melo, che indaga sulle violazioni dei diritti umani e sugli omicidi extra giuridici nel Paese, per fare piena luce sulla questione ".
L'esercito ha confermato che sette uomini in tenuta di combattimento sono entrati con la forza all'interno del convento, che si trova a sud di Manila, alla vigilia delle commemorazione dei defunti "per chiedere informazioni sul leader ribelle Jorge Madlos, portavoce del Fronte nazionale democratico di Mindanao". I soldati hanno distrutto il cancello di ingresso e danneggiato una parte del convento.
Le religiose sottolineano che "i soldati cercavano il ribelle, ma le uniche vittime del raid siamo state noi. Condanniamo questa intimidazione perpetrata da membri delle forze armate, chiaramente deliberata". Una delle religiose, suor Catabian, spiega inoltre che gli uomini "non hanno presentato alcun mandato. Ci hanno chiuse dentro il convento e sono entrati nelle nostre stanze".
Secondo il sovrintendente di Caraga, Antonio Nanas, "la perquisizione fa parte dei nostri sforzi, tesi ad arrestare questo terrorista. Non vi era alcuna intenzione di molestare le suore, alle quali invio le mie scuse più sentite".
Per suor Crescensia Lucero, che fa parte dell'Associazione delle religiose filippine, le scuse "non bastano. Questo gesto dimostra non solo il disprezzo delle forze armate per i luoghi sacri, ma anche e soprattutto il disprezzo per i giusti metodi della legge".