Vescovo di Andropoli: Cristiani e musulmani in Egitto uniti per salvare il Paese dagli islamisti
Il Cairo (AsiaNews) - "Cristiani e musulmani egiziani sono uniti per cambiare il Paese, i Fratelli musulmani invece sono un movimento internazionale a cui non interessa il bene dell'Egitto. Dopo la sua elezione Mohammed Morsi ha promesso di risolvere la questione palestinese, cedendo il 40% della penisola del Sinai e creare insieme ad Hamas un nuovo Stato per la popolazione di Gaza e la Cisgiordania. Tutto a scapito degli egiziani". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Yohanna Golta, vescovo di Andropoli e ausiliare della diocesi di Alessandria per la Chiesa copta-cattolica. Il prelato descrive il drammatico clima di violenza in cui è piombato l'Egitto e punta il dito contro tutti quei Paesi che nascondono la verità dei fatti, ignorando l'opinione di milioni di egiziani e riducendo lo scontro politico a quello fra militari e Fratelli Musulmani.
"L'organizzazione dei Fratelli Musulmani ha un piano per costruire un califfato islamico - racconta mons. Golta - tale programma è internazionale e comprende Turchia, Qatar, Egitto e altri Stati musulmani". Per il prelato l'occidente è più interessato a risolvere la questione israeliana che ai desideri di democrazia degli egiziani. "La popolazione egiziana, soprattutto i giovani - continua - rifiuta questo piano. La rivoluzione del 30 giugno è avvenuta proprio per evitare distruggere il nostro Paese e l'esercito e la polizia per la prima volta si sono schierati con la gente. Tutti, donne, uomini, anziani, bambini, imam e sacerdoti cristiani hanno marciato insieme senza scontri. Io ero fra i manifestanti e ho sperimento questo clima di amicizia e unità". Il vescovo sottolinea che nel resto del mondo nessuno sta dando peso a questo evento epocale, preferendo scontrarsi sui cavilli della legittimità del governo di Mohammed Morsi. "La pace in Israele e Palestina - continua - fa comodo all'occidente, per questa ragione gli Usa rifiutano la nostra politica e vogliono realizzare il loro obiettivo: far tornare gli islamisti al potere".
Mons. Golta sostiene che l'attacco contro le Chiese cristiane era stato preparato da tempo ed è parte di un programma premeditato. "In queste settimane - racconta - gli estremisti hanno distrutto chiese, abitazioni, musei e ingaggiato scontri con la polizia. E questo per mostrare al mondo che il Paese è nel caos e spingere i Paesi occidentali ad entrare in Egitto e obbligare la popolazione ad accettare il governo di Mohammed Morsi".
Tuttavia, secondo il vescovo chi ha vissuto sulla sua pelle i fatti delle ultime settimane conosce la verità, che non corrisponde alle notizie riportate dai media. "Il prezzo di questo caos oltre alle centinaia di morti negli scontri fra islamisti ed esercito - spiega - sono le oltre 40 chiese bruciate e le 500 abitazioni cristiane distrutte in modo deliberato". Mons. Golta critica chi continua a parlare di scontro confessionale: "I musulmani stanno difendendo i copti, organizzando cordoni di sicurezza intorno alle chiese (v. foto), alle case, ai negozi. Chi desidera lo scontro è solo una piccola minoranza, che non rappresenta l'Egitto. Stati Uniti e Unione Europea non vogliono vedere la realtà, ma solo ciò che a loro interessa, dicendo falsità e calpestando i desideri della popolazione egiziana". (S.C.)