Vescovo birmano: la solidarietà del Papa e del mondo ci fa andare avanti
In questa catastrofe umanitaria di fronte alla quale l’occidente si mostra del tutto impotente, la piccola Chiesa birmana continua a lavorare senza sosta per portare soccorsi alle vittime. Una missione estenuante e condotta con pochi mezzi, ma “che riusciamo a portare avanti anche grazie alla forza che ci dà la solidarietà di tante persone all’estero e la vicinanza espressaci dal Santo Padre”, come racconta ad AsiaNews mons. John Hsane Hgyi, 55 anni, vescovo di Pathein. Al termine della visita “ad Limina Apostolorum” dei presuli birmani, il vescovo a capo di una delle due diocesi più colpite, racconta che nei vari incontri svoltisi la scorsa settimana “il Papa ha mostrato a tutti noi la sua preoccupazione per la nostra gente, si è detto rattristato per le notizie sui ritardi negli aiuti e ha assicurato le sue preghiere”. “Abbiamo incontrato anche numerose persone di vari ambienti – continua – e la loro solidarietà ci incoraggia ad andare avanti”.
Finora a Pathein – nella regione del delta dell’Irrawaddy - la diocesi ha creato 5 campi, che accolgono circa 3mila sfollati. “C’è ancora bisogno urgente di medicine e cibo, molti si ammalano per la mancanza di acqua pulita”, racconta mons. John Hsane Hgyi. “Abbiamo difficoltà a raggiungere i villaggi e trasferire i superstiti che non vogliono abbandonare le loro misere proprietà”. La conferenza episcopale birmana ha inviato di recente una lettera alle autorità chiedendo ufficialmente una maggiore apertura agli indispensabili aiuti materiali come anche ai soccorritori dall’estero. “In questi disastri – conclude il presule – spesso la fede vacilla e ci si chiede dove sia Dio. Ma in questa distruzione accadono anche piccoli miracoli, come la grande solidarietà e coraggio del popolo birmano verso i propri fratelli in difficoltà”.
La diocesi di Pathein conta 75mila fedeli su un’area abitata da circa 4 milioni di persone.