Vescovo Warduni : "I cristiani non sono perseguitati" ma nei cuori "regna la paura"
Baghdad (AsiaNews)- "La situazione è densa di incertezze", il presente "fa paura ed il futuro è ignoto, ma è tutto nelle mani del Signore, in Lui confidiamo e a Lui affidiamo il futuro del nostro paese". È quanto ha detto Mons Shlimon Warduni, vescovo dei caldei cattolici di Baghdad, contattato telefonicamente da AsiaNews. All'indomani dell'uccisione dello sciita Izzadine Salim, capo del governo provvisorio, il vescovo dice che i cattolici hanno "pregato per la pace e per il riposo eterno del presidente di turno del Consiglio Governativo Provvisorio (CGP) iracheno assassinato ieri".
Eccellenza, come vivono i cristiani questi momenti tragici che sta attraversando l'Iraq?
Non esiste alcuna differenza fra i cristiani ed i musulmani: stiamo tutti soffrendo gli stessi problemi, siamo tutti iracheni. La guerra, i cecchini e le autobombe non fanno discriminazioni. Viviamo nell'incertezza, nel terrore, nella preoccupazione continua come tutti. Abbiamo appena terminato la recita del S. Rosario, in occasione del mese mariano, e mi duole dire che rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, la chiesa era quasi vuota. La gente ha paura di uscire di casa, teme per la propria vita e preferisce pregare a casa. Abbiamo pregato per il riposo eterno del presidente di turno del CGP assassinato ieri, un uomo che amava la pace.
Esistono persecuzioni o accenni di intolleranza nei confronti dei cristiani?
Assolutamente no. Rispetto a mesi indietro, non vi è più alcuna forma di discriminazione. Il dolore, l'insicurezza e la paura hanno unito il popolo iracheno. La gente si reca di meno in chiesa non per paura delle persecuzioni, ma per le stesso timore che spinge tutti gli iracheni a non uscire di casa se non per compiere l'indispensabile. La situazione è molto critica, il paese soffre, guerre e combattimenti ovunque a Nassiriya, a Bassora, ma anche nelle città sacre sciite di Najaf e Karbala. Non possiamo rimanere insensibili a tutto questo, anche noi viviamo in questo paese del quale siamo i figli.
C'è il timore che l'Iraq diventi un altro Iran?
Non vorrei parlare del futuro né tanto meno fare delle previsioni, solo Dio conosce il futuro. Ma speriamo e confidiamo in Dio che questo non accada mai. Il presente fa paura ed il futuro è ignoto, ma è tutto nelle mani del Signore, in Lui confidiamo e a Lui affidiamo il futuro del nostro paese. Come cattolici preghiamo affinché regni la pace e la concordia fra tutti i componenti della nostra società irachena.