Vescovo Pime: Papa Francesco indica ai giovani della Gmg il volto della Chiesa missionaria
Rio de Janeiro (AsiaNews) - Papa Francesco è stato "fedele al tema scelto per queste Giornate mondiali della gioventù: Andate e fate discepoli tutti i popoli!"; difatti, il Pontefice ha più volte sottolineato "l'importanza dell'annuncio del Vangelo" e ha "spinto la Chiesa e i fedeli a diventare sempre più missionari". Così mons. Giuliano Frigeni, del Pontificio istituto missioni estere (Pime), in Brasile dal 1979, racconta ad AsiaNews la Gmg di Rio de Janeiro che si è conclusa ieri sulla spiaggia di Copacabana con una messa solenne, alla quale hanno partecipato tre milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo. Alla guida della diocesi di Parintins (Amazzonia) dal 19 marzo 1999, il prelato di origini italiane ha vissuto da vicino le giornate brasiliane ricche di incontri, momenti di preghiera e di festa. "Il tema che ha rilanciato con maggior forza e vigore - racconta il vescovo Pime - è che la Chiesa diventi sempre più missionaria, soprattutto verso i giovani. Il Vangelo è parte dell'esperienza, per questo è necessario uscire da sé, dalla propria comunità, dal proprio Paese per testimoniarlo".
Il vescovo, immerso in una realtà contraddistinta da ampie sacche di povertà e arretratezza seppur in un contesto ricco di materie prime ed elementi naturali, sottolinea la "forza del Vangelo" capace di "riunire persone molto diverse fra loro, provenienti da oltre 180 nazioni". In queste giornate, che egli ha vissuto in prima fila in qualità di delegato responsabile della pastorale giovanile dei vescovi dell'Amazzonia, mons. Frigeni ricorda i "gesti molti significativi" compiuti da Papa Francesco. Verso i malati, i poveri della favelas, i bambini che "hanno accesso per primi al Regno dei cieli". E poi l'ultimo incontro, prima di ripartire alla volta dell'Italia, non con vescovi, autorità politiche ed economiche, ma "con i volontari che hanno contribuito alla preparazione e allo svolgimento di queste Giornate mondiali della gioventù".
Oltre ai gesti, anche i messaggi lanciati da Papa Francesco in queste giornate hanno colpito nel profondo il vescovo dell'Amazzonia. Fra questi, l'importanza di "guardare alla realtà con occhi che amano"; il valore profondo "della speranza" in un'epoca segnata da crisi - economica, morale, spirituale - e la libertà: "[il Papa] vuole lasciare libere le persone ed essere libero pure lui... anche di muoversi in zone o situazioni considerate a rischio". Benché circondato da milioni di fedeli, spiega mons. Frigeni, Bergoglio "non è il Papa delle masse, ma della persona! Pur in mezzo a una folla sterminata riesce a guardare negli occhi una persona sola... è come se dovesse infondere in tutti la certezza di essere amati da Cristo!".
In tema di "missionarietà", l'invito rivolto ai giovani di "giocare nella squadra" del Signore è "di particolare significato", perché per giocare "bisogna allenarsi e quindi è necessaria la preghiera". In questo discorso, commenta mons. Frigeni, riemerge "il suo animo di formatore spirituale", con un rinnovato impegno ad uscire "da se stessi. Magari facendosi anche del male, ma meglio una Chiesa che si fa male per uscire e camminare, piuttosto che una Chiesa richiusa in se stessa".
L'evento brasiliano è stato una grande testimonianza di "cattolicità". Tre milioni di giovani riuniti su una spiaggia, provenienti da tutte le nazioni, invitano a "vedere e toccare con mano la grandezza della Chiesa, di Cristo che arriva davvero a tutti" aggiunge mons. Frigeni. Da terra di missione, l'America Latina si sta sempre più trasformando "in realtà missionaria verso Africa, Asia ... ed Europa". "La presenza e l'insegnamento del Papa - commenta il vescovo - saranno di esempio e di incentivo ulteriore". E un pensiero finale va al Papa emerito Benedetto XVI che ha indetto la Gmg di Rio (prossimo appuntamento a Cracovia nel 2016,terra natale di Giovanni Paolo II). "Ogni volta che veniva citato il suo nome - conclude mons. Frigeni - partiva un applauso generale". (DS)