Vescovi: no alla vignette su Maometto, errore ripubblicarle
di Qaiser Felix
L’arcivescovo di Lahore e presidente dei vescovi pakistani, mons. Lawrence Saldanha, spiega ad AsiaNews che la decisione presa dai quotidiani danesi non può essere giustificata con la libertà di espressione. Giustizia e Pace: l’ultima volta abbiamo sofferto tutti, l’Occidente deve capire.
Lahore (AsiaNews) – La Conferenza episcopale pakistana “condanna apertamente la decisione di pubblicare una seconda volta le vignette che prendono in giro Maometto: è una decisione che offende milioni di musulmani e che non può essere giustificata con la libertà di espressione”. Lo dice ad AsiaNews l’arcivescovo di Lahore e presidente dei vescovi pakistani, mons. Lawrence Saldanha.
Nei giorni scorsi, 17 quotidiani danesi hanno deciso di ripubblicare le vignette satiriche sul profeta musulmano, duramente criticate dopo la loro prima apparizione del 2006. La mossa, spiegano gli editori di Copenaghen, è stata decisa subito dopo le minacce di morte recapitate ad uno dei vignettisti.
Secondo mons. Saldanha, “non si deve prendere in giro o umiliare altre fedi: si devono invece rispettare tutte le religioni. Siamo molto dispiaciuti, e preghiamo per una soluzione positiva a questa questione”. Peter Jacob, segretario della Commissione episcopale Giustizia e Pace, spiega: “L’Occidente deve capire che chi vive dall’altra parte del mondo, per un motivo o per un altro, ha sofferto molto dopo la prima pubblicazione di queste vignette”.
Il riferimento è agli attacchi compiuti nel 2006 da fanatici musulmani contro la minoranza cristiana del Paese, giustificati proprio dalle vignette: “Ora, ripubblicarle non ha senso: non è un atto che può essere giustificato con la libertà di espressione, perché una decisione del genere non fa che complicare le cose”.
Nei giorni scorsi, alcuni studenti musulmani sono scesi in piazza a Karachi per bruciare bandiere danesi e gridare slogan contro l’America ed il presidente Musharraf, accusato di non aver protestato con più forza contro le pubblicazioni. Ora si teme che le proteste possano prendere piede nel resto del Paese.
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