Vescovi thai: il voto fa parte dell'obbligo morale di partecipare alla vita politica
di Weena Kowitwanij
Secondo mons. Philip Banchong Chaiyara, presidente della Commissione episcopale giustizia e pace, i cattolici thailandesi devono prendere parte alla vita politica del Paese in maniera attiva, e quindi considerare il voto come strumento di giustizia, mirato a ristabilire unità politica e sociale.
Bangkok (AsiaNews) – I cattolici thailandesi “devono prendere parte alla vita politica del Paese in maniera attiva, e quindi considerare il voto come strumento di giustizia, mirato a ristabilire unità politica e sociale”. E’ il senso del messaggio pubblicato ieri dal presidente della Commissione episcopale giustizia e pace, mons. Philip Banchong Chaiyara, che ha come tema le elezioni parlamentari del prossimo 23 dicembre.
La responsabilità del voto, spiega mons. Chaiyara, “è una virtù, mentre il prendere parte al processo politico è una sorta di obbligo morale, fa parte del bagaglio di ogni cristiano. Un compito sacro, basato su ragione e coscienza, che si perfeziona quando si vota per quei candidati capaci, che hanno un codice morale e la voglia di sacrificarsi per il bene e la felicità di tutti”.
In conclusione, il presule sottolinea dunque come “il prossimo dicembre sarà un periodo molto importante: festeggiamo l’ottantesimo compleanno del nostro re, ma anche il 75mo anniversario dell’instaurazione del sistema democratico nel nostro Paese. Celebriamo queste ricorrenze nel miglior modo possibile”.
Quelle di dicembre saranno le prime elezioni democratiche dalla presa di potere della giunta militare, che lo scorso settembre ha effettuato un golpe pacifico – benedetto dal re Bhumibol – per cacciare il primo ministro Thaksin Shinawatra, accusato di corruzione. I seggi disponibili sono 480, contro le 800 candidature presentate dai membri dei 22 partiti in lizza.
Vedi anche