Vescovi giapponesi: la miseria economica minaccia la pace
Tokyo (AsiaNews) – In occasione dei 60 anni della Dichiarazione Onu sui diritti umani, i vescovi del Giappone hanno inviato a “fratelli e sorelle” un Messaggio dal titolo “Rispetto dei diritti umani di tutti”. Nel documento diffuso ieri, i pastori sottolineano l’urgenza di garantire diritti umani per tutti, liberando dalla miseria economica. Criticando “il fondamentalismo del mercato”, la Conferenza episcopale chiede a “individui, imprese e nazioni” di non cercare solo il proprio interesse, garantendo il diritto alla vita di tutti. “Non c’è tempo da perdere”, dicono i vescovi, se si vuole garantire la pace nel mondo.
Per rilevare l’importanza e il carattere programmatico di questo documento, occorre metterlo accanto al Messaggio altrettanto solenne che gli stessi vescovi hanno pubblicato nel 1995 in occasione del 50mo anniversario della fine della seconda guerra mondiale dal titolo “Risoluzione per la Pace”. In esso hanno fatto una coraggiosa purificazione della memoria, riconoscendo che la Chiesa cattolica in Giappone “era venuta meno alla coscienza del ruolo profetico che avrebbe dovuto adempiere per proteggere la vita umana e compiere la volontà di Dio” e chiedeva “il perdono di Dio e della gente che avevano dovuto sopportare immense sofferenze durante la guerra”.
Se il Messaggio del 1995 fondamentalmente era una riflessione sulle responsabilità del passato, quello di quest’anno ha di mira le responsabilità verso il futuro. L’immagine della guerra, evento demoniaco che manda in frantumi i diritti umani, collega i due documenti. Nell’introduzione al nuovo Messaggio si legge che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ”ha adottato la Dichiarazione sui diritti umani dopo aver riflettuto sul grande numero di vite umane distrutte le due guerre mondiali”.
Certamente la guerra può scuotere le coscienze ma non ha il potere di rinnovarle. I vescovi continuano dicendo che “I diritti umani sono violati in patria e all’estero anche ora dopo 60 anni dall’adozione di questa dichiarazione”. Su questa consapevolezza fa pernio il documento che mira ad indicare ai cattolici e, almeno indirettamente, alla società giapponese, la via da percorrere nel prossimo futuro.
Richiamato l’articolo 1 della Dichiarazione dove si afferma che ”tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”, i vescovi ne indicano con chiarezza il principio teologico: “Basandoci sulla Bibbia noi crediamo che Dio crea ciascuna persona umana a sua immagine e che la dignità degli essere umani è donata da Dio – non creata dalla società umana, è universale e nessuno può violarla”.
La nuova crisi dei diritti umani
Sarebbe disfattismo dire che la Dichiarazione dell’Onu è rimasta lettera morta. Negli ultimi 60 anni ci sono stati sforzi di molte persone per proteggere e promuovere i diritti umani. Anche in Giappone, non meno che in altri paesi dell’occidente. Se la miseria economica è una della cause principali della violazione della dignità di milioni di esseri umani, non si può non riconoscere che questo paese è stato all’avanguardia nel debellarla in Asia e in Africa.
Ma è un fatto che “l’ineguale distribuzione dei mezzi di sussistenza, e, conseguentemente, l’ineguale distribuzione dei benefici che ne derivano (Giov. Paolo II., Enciclica Sollicitudo rei socialis) ha ampliato le differenze” tra nazioni ricche e i popoli poveri. I vescovi giapponesi lo riconoscono e identificano la causa di tale situazione in quell’ideologia che pervade il mondo moderno e che essi chiamano “fondamentalismo di mercato” impietoso. “Il fondamentalismo del mercato, osservano, ha prodotto gravi danni come il deterioramento dell’ambiente e il cambiamento del clima con le conseguenti siccità e inondazioni che hanno ostacolato la produzione di cibo..L'aumento dei prezzi dei generi alimentari e del combustibile, conseguenza delle leggi di un mercato senza anima、 ha reso ancora più miserabile la condizione di folle di poveri in tutte le parti del mondo mettendo a repentaglio il diritto fondamentale della loro vita”.
La pace è minacciata
Sulla scia del discorso fatto da papa Benedetto XVI alle Nazioni Unite, affermano che ”se gli individui, le imprese e le nazioni continuano a ricercare i propri interessi la dignità umana sarà calpestata e il mondo diventerà un luogo ancor più violento e deforme dove le vittime degli stenti e della disperazione, la cui dignità umana è violata impunemente, diventeranno facile preda del richiamo della violenza e allora potranno diventare essi stessi violatori della pace”.
“Non c’è tempo da perdere” è l’espressione-chiave con la quale i vescovi concludono l’analisi sottolineando l’urgenza della crisi. “Se non facciamo nostro il punto di vista di coloro che sono marginalizzati, ammoniscono, noi, anche senza intenzioni maliziose, finiamo per metterci da parte di coloro che dicono che un certo grado di violazioni dei diritti umani è inevitabile”.
E qui i vescovi sottolineano che la crisi non è prima di tutto strutturale, ma morale. “Ogni offesa dei diritti umani della persona, ricordano citando il pensiero di Giovanni Paolo II, è un offesa contro l’umanità in se stessa”. Ciascuno è responsabile di tutti.
Quale influsso avrà un documento ecclesiastico in una nazione dove i cattolici sono soltanto lo 0,5% su una popolazione di 130 milioni di persone?
Va ricordato che i destinatari della lettera sono i laici cattolici, proprio come la maggioranza dei 188 martiri giapponesi beatificati due settimane fa. Quella beatificazione è un punto di partenza di un nuovo cammino di evangelizzazione interna ed esterna soprattutto da parte dei laici. Con il messaggio sul “rispetto dei diritti umani di tutti” i vescovi ne indicano la prima tappa.
29/04/2015
14/03/2021 12:34