Vescovi giapponesi: L’Anno della fede per i sopravvissuti di Fukushima
Tokyo (AsiaNews) - Il grande terremoto e l'incidente nucleare dell'11 marzo 2011 "hanno creato dolore e sofferenza, ma ci hanno anche insegnato di nuovo quanto sia forte nell'uomo la speranza. Ripartiamo da qui per metterci in cammino dietro a Gesù Cristo, seguendo le indicazioni del Papa e rinnovando la nostra fede". È il senso del messaggio inviato dalla Conferenza episcopale giapponese a tutti i fedeli nipponici in occasione dell'apertura dell'Anno della fede. Riportiamo di seguito il testo completo (traduzione a cura di AsiaNews).
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
rispondendo all'appello lanciato da papa Benedetto XVI con la sua Lettera apostolica Porta Fidei, anche noi lanciamo insieme alla Chiesa cattolica in tutto il mondo l'Anno della fede. Nell'attuale società giapponese, un gran numero di persone vive con ansia e sofferenza causate da vari problemi, come il livello di natalità in calo e l'aumento della popolazione anziana, la stagnazione economica, i problemi nelle relazioni umane e familiari, gli episodi di bullismo, i suicidi e la questione delle centrali nucleari.
Si potrebbe dire che la nostra società è piena di lamenti non espressi, che chiedono quale sia il significato della vita e della salvezza. In queste circostanze, noi che abbiamo ricevuto il prezioso dono della fede siamo invitati a testimoniare quella fede con le nostre parole e le nostre azioni mentre "scegliamo di schierarci con il Signore e di vivere con Lui" (Porta Fidei, 10).
Dobbiamo però chiederci di nuovo come stiamo vivendo la gioia della fede e come abbracciamo la speranza e l'amore attraverso questa consapevolezza. Anche se il Grande terremoto nel Giappone orientale e l'incidente nucleare alla centrale di Fukushima Daiichi dell'11 marzo 2011 hanno provocato diverse vittime e sconvolto la vita di migliaia di persone costrette a fuggire, dobbiamo concentrarsi sul fatto che questi eventi ci hanno dato l'opportunità di riflettere di nuovo sulla nostra vita e sul nostro modo di vivere la fede.
Molte parrocchie e molti fedeli laici di tutta la nazione si sono impegnati nella ricostruzione e nell'assistenza alle aree colpite, aree in cui la popolazione cattolica è molto poco presente. Anche se siamo andati in queste zone con l'intenzione di aiutare il più possibile le popolazioni colpite, ci siamo resi conto che sono stati loro ad aiutare noi insegnandoci l'importanza di stare fianco a fianco con gli altri, la gioia di vivere insieme e la speranza per il futuro. Attraverso queste esperienze, abbiamo sentito con forza che Dio ha voluto dare nuova luce alla nostra fede.
Nel corso di questo Anno della fede siamo invitati a metterci in cammino, un cammino spirituale teso a esaminare di nuovo la grazia della fede. Prima di tutto, impegniamoci ad approfondire questa fede attraverso la preghiera, la Parola di Dio nelle Sacre Scritture e la partecipazione alla messa. Questo sentiero di fede non va percorso da soli. I laici, i religiosi, i sacerdoti e noi vescovi siamo tutti insieme in cammino. Entriamo attraverso la "porta della fede" con nuova umiltà e coraggio, sostenendoci e incoraggiandoci l'un l'altro.
Il nostro Signore Gesù Cristo, che è "la via, la verità e la vita", è anche "autore e perfezionatore della fede" così come la migliore guida della nostra fede. Seguiamo il nostro Signore e partiamo per un viaggio nella fede accompagnati dalla speranza. Invocando l'intercessione di Maria, madre di Dio, preghiamo che il Cristo ci protegga e guidi i nostri passi.