Vescovi filippini: tutto il possibile per la liberazione di p. Giancarlo Bossi
Il presidente della Conferenza episcopale filippina ha telefonato all’inviato del governo italiano per assicurare la vicinanza e la collaborazione della Chiesa alle ricerche del missionario, rapito il 10 giugno scorso. Alla giornata internazionale di preghiera lanciata dal Pime si uniscono le suore di clausura in Italia.
Zamboanga (AsiaNews) – La Conferenza episcopale delle Filippine ha assicurato il proprio aiuto per risolvere al più presto il rapimento di p. Giancarlo Bossi, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere rapito dalla sua parrocchia di Payao lo scorso 10 giugno.
L’arcivescovo di Jalo e presidente della Conferenza, mons. Angel Lagdameo, ha telefonato all’inviato del governo italiano nelle Filippine, l’on. Margherita Boniver, assicurando la vicinanza e la collaborazione della Chiesa nazionale.
Nel corso della telefonata, mons. Lagdameo ha indicato come proprio referente l’arcivescovo di Davao, mons. Fernando Capalla, una “figura chiave nel Forum vescovi-ulema, un uomo che da anni lavora con i musulmani per il dialogo e la pace”. Questi, ha concluso, “è al servizio, e lavora da tempo per la liberazione di p. Bossi”.
Mentre dalle Filippine si susseguono notizie sulle operazioni di ricerca del missionario, puntualmente smentite dai confratelli che seguono il sequestro, il Pime ha indetto per il prossimo 10 luglio – ad un mese esatto dal rapimento del loro confratello – una giornata internazionale di preghiera per la sua liberazione.
A questa si sono unite anche le suore di clausura in Italia, su invito della Pontificia unione missionaria. In una lettera rivolta alle religiose dal segretario nazionale, p. Ciro Biondi, si legge: “Sapervi unite a noi nella preghiera … ci fa forti nella speranza che il Signore muoverà il cuore di quelle persone che, certamente solo per calcoli irragionevoli, lo tengono lontano dal luogo dove il Signore Gesù lo aveva mandato”.
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