Vescovi filippini: no alle crocifissioni dei fedeli, un circo senza senso
di Santosh Digal
I presuli hanno chiesto ai fedeli di non replicare l’unico, vero sacrificio: quello di Cristo. L’arcivescovo di San Fernando, mons. Paciano Aniceto, sottolinea: i riti pasquali sono divenuti un’attrazione turistica, e questo è terribile.
Manila (AsiaNews) – Per festeggiare degnamente il triduo pasquale, i vescovi filippini hanno chiesto ai fedeli di “non replicare il solo ed unico sacrificio, quello fatto da Gesù in croce sul Calvario 2000 anni fa”. L’arcivescovo di San Fernando, mons. Paciano Aniceto, sottolinea: “Non si deve trasformare la Settimana Santa in un circo, perché la flagellazione ed i riti della crocifissione non fanno parte della pietà popolare”.
In diverse parti delle Filippine, il Venerdì santo viene celebrato da gruppi di fedeli che organizzano vere e proprie “riproduzioni” del Calvario di Cristo. Dalla flagellazione alla crocifissione, è tutto reale: per interpretare Cristo, diversi fedeli sborsano cifre considerevoli agli organizzatori delle varie manifestazioni, che non hanno mai ottenuto l’appoggio della Chiesa locale.
Secondo mons. Aniceto, “Non si deve replicare il sacrificio del nostro Salvatore, che è stato unico ed irripetibile. Alcuni fra questi penitenti mi conoscono di persona, sanno come la penso io e come la pensa la Chiesa, ma continuano con questo circo. Non va bene”.
La tradizione di ricreare la Passione di Cristo è nata nei primi anni ’40, ed è divenuta quasi subito una semplice attrazione turistica. Anche oggi, nonostante i richiami, 19 penitenti si sono fatti crocifiggere in giro per il Paese. Il governo, che non prende posizione, ha invitato tutti a vaccinarsi contro il tetano.
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