Vescovi filippini: "Salvaguardiamo i diritti degli agricoltori"
Manila (AsiaNews) In occasione dell'anno dell'Eucarestia iniziato domenica scorsa con il Congresso Eucaristico Internazionale a Guadalajara, in Messico i vescovi filippini delle isole Negros (nella zona centrale dell'arcipelago) sottolineano in un documento che "è necessaria una condivisione Eucaristica di beni e risorse, in particolare della terra, che appartiene a Dio ed è stata donata agli uomini perché la coltivino".
In un comunicato, pubblicato lo scorso 7 ottobre, i vescovi e i direttori per la pastorale sociale delle diocesi condannano anche gli atti di violenza ai danni dei poveri senza terra. Il documento è stato sottoscritto da mons. Vincente Navarra vescovo di Bacolod, da mons. Patrick Buzon vescovo di Kabankalan e da mons. Jose Advincula vescovo di San Carlos.
I prelati indicano 4 punti necessari per garantire la giustizia e la pace: il rispetto della legge da parte dei proprietari terrieri; una maggiore efficienza del Dipartimento governativo nell'applicare le leggi; l'equa amministrazione della giustizia da parte dei tribunali a tutela dei diritti dei contadini; uno sforzo maggiore del governo e della polizia nella prevenzione dei crimini.
Nella regione vige una sorta di feudalesimo e le famiglie dei latifondisti si rifiutano di abbandonare le terre possedute dagli avi. Ancora oggi regna la legge del più forte: pistole, squadristi, oro e potere politico sono nelle mani dei latifondisti.
Per i vescovi la riforma agraria è il mezzo più efficace per migliorare l'economia dell'area, ma "la sua applicazione risulta difficile in molti casi, perchè è ostacolata da violenze e paralizzata da contese giudiziarie senza fine, che danneggiano gli agricoltori. Se il Dipartimento per le riforme agrarie non prenderà adeguati provvedimenti, i contadini potrebbero ricorrere alla violenza per difendere se stessi, le famiglie e le proprietà".
L'ultimo episodio di violenza risale al 3 settembre: uomini armati al soldo di un gruppo di latifondisti hanno assassinato Teresa Mameng, contadina di 60 anni. Il gruppo ha assaltato numerose abitazioni del villaggio in cui viveva la donna, mettendo in fuga gli abitanti. I più fortunati hanno trovato un riparo nel buio della notte. Diversa la sorte di Mameng: l'hanno uccisa proprio sul pezzetto di terra per cui lei e gli altri beneficiari delle riforme avevano lottato a lungo. Lo scorso anno anche suo figlio Jimmy, 35 anni, è stato ucciso dagli uomini di sicurezza al servizio dei latifondisti.
Secondo un'inchiesta condotta fra il giugno del 2000 e il settembre del 2004, 39 agricoltori sono stati ingiustamente arrestati, 57 feriti e 15 assassinati. L'inchiesta aggiunge che sono 58 i procedimenti civili o penali presentati nei confronti di oltre 3000 agricoltori; essi detengono i diritti sulle proprietà protette dalla legge di riforma agraria.