16/01/2013, 00.00
TAIWAN
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Vescovi di Taiwan a lezione di comunicazione

di Xin Yage
Per tre giorni i prelati hanno imparato come sottoporsi a un'intervista, una conferenza stampa, facendo attenzione alla postura davanti alle telecamere e al modo di parlare. Il tutto è importante per comunicare l'opera della Chiesa nell'isola e il grande impegno di evangelizzazione verso i giovani.

Taipei (AsiaNews) - I vescovi di Taiwan vanno a scuola di comunicazione. Due arcivescovi, quattro vescovi e i rispettivi incaricati delle comunicazioni di ogni diocesi stanno concludendo una tre giorni di esercizio pratico su come rispondere alle interviste televisive, e come essere maggiormente coscienti delle modalità di comunicazione nel mondo dei media.

Nella prima mattina, il 14 gennaio scorso, il professore universitario He Jiaju (何家駒) ha guidato un'introduzione sull'integrazione tra vecchi e nuovi media nella sfera di influenza mondiale e soprattutto cinese. Nel pomeriggio, padre Martinson (丁松筠神父) ha condotto una sessione sulla gestione dei momenti di crisi basata sulle linee guida di Jim McDonnel "Managing your reputation, a guide to crisis management for Church communicators" tradotte in cinese in occasione di questo workshop (教會對大眾傳媒的形象維護管理與危機處理).

L'obiettivo della sessione era concentrarsi sullo stile e sugli elementi della comunicazione in un contesto di crisi che può mettere in cattiva luce la comunità cristiana o alcuni suoi esponenti.

Tutti i punti studiati sono stati poi applicati nell'intervista a bruciapelo con domande scomode a cui tutti i partecipanti a turno si sono sottoposti sotto i riflettori e le telecamere. Dopo essere stati filmati, ad uno ad uno gli intervistati hanno subito un'accurata analisi della propria intervista che ha messo in evidenza i loro punti deboli e le loro carenze. Le due reazioni più frequenti sono state l'arroganza nei confronti dell'intervistatrice o la tendenza a mettersi sulla difensiva in caso di domande scomode.

Ieri mattina i partecipanti si sono impegnati nella presentazione di una storia personale, o comunque collegata alla propria esperienza. Se entro i primi 30 secondi al microfono, l'intervistato non cominciava a raccontare una storia ben strutturata nel suo inizio-sviluppo-fine, l'incaricato del workshop bloccava l'intervista e "rimandava" l'intervistato a una nuova prova dopo altri 30 minuti di preparazione personale. Il primo ad essere stato "rimandato" è stato uno dei due arcivescovi.

Nel pomeriggio vi sono state prove di conferenza stampa. Di nuovo si filmavano i partecipanti e poi nel playback si valutava il loro atteggiamento e le loro risposte. L'espressione facciale, la tranquillità nel rispondere, la disponibilità a chiarire punti oscuri di ogni vicenda e a rimandare a fonti certe, sono tutti punti importanti nel rapporto con i giornalisti. Attenzione anche all'uso di un linguaggio semplice e chiaro, che tutti possano chiaramente capire. Insomma: "essere amici della telecamera e dell'intervistatore", ripeteva padre Martinson. Un momento particolare è stato dedicato alla postura durante l'intervista, all'uso del microfono e alla direzione dello sguardo, per dimostrare un atteggiamento di interesse e non di distanza. Questi sono tutti elementi che permettono una comunicazione fluida, coerente e toccante.

I partecipanti sono stati l'arcivescovo di Taipei, mons. John Hung Shan-chuan (洪山川) e di Kaohsiung, mons. Peter Liu Cheng-chung (劉振忠); i vescovi  mons. John Baptist Lee Keh-mien (李克勉), di Hsinchu;  mons. Martin Su Yao-wen (蘇耀文); di Taichung; mons.  Bosco Lin Chi-nan, di Tainan (林吉男); mons. Thomas Chung An-zu di Jiayi (鍾安住). Il tutto era stato preparato dal vescovo di Hualian (黃兆明), mons.  Philip Huang Chao-ming che aveva organizzato per la sua diocesi lo stesso workshop nell'aprile 2012. Per l'entusiasmo creatosi da questa possibilità molto pratica di imparare come comunicare con la televisione, mons. Huang (黃兆明) ha spinto perché tutta la Conferenza episcopale potesse avere l'opportunità di sperimentare lo stesso workshop.

Il tutto mira a dare una maggior visibilità del mondo cattolico a Taiwan, perché le ricche iniziative che sono presenti sull'isola possano essere comunicate al grande pubblico. L'invito ai vescovi è stato quello di apparire maggiormente in tv, soprattutto dopo la scomparsa del cardinale Paul Shan (單國璽) che era il punto di riferimento sui media per la chiesa in Taiwan. Un esempio molto concreto, di cui sono stati proiettati diversi filmati, è stato il cardinale Tagle di Manila, molto esperto e a suo agio nell'essere ripreso in tv. Alla fine della tre giorni di workshop, vescovi e incaricati della comunicazione hanno acquisito suggerimenti importanti per pubblicizzare le molte opere che vengono portate avanti dalle diocesi e il grande lavoro di evangelizzazione verso le nuove generazioni.

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