16/02/2010, 00.00
SRI LANKA
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Vescovi cristiani preoccupati per la situazione, dopo l'arresto del gen. Fonseka

di Melani Manel Perera
Il vescovo anglicano urge le autorità a rendere note le prove contro l’ex generale Fonseka, arrestato per tradimento. Il cattolico mons. Vianney esprime fiducia nel sistema giuridico e augura che prosegua la ricostruzione del Paese.

Colombo (AsiaNews) – I cristiani dello Sri Lanka esprimono “profonda preoccupazione” per la situazione politica conseguente all’arresto dell’ex comandante dell’esercito Sarath Fonseka, subito dopo la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali. Mons. Duleep de Chickera, vescovo anglicano di Colombo, in una dichiarazione resa ieri sera esprime timore che “ora lo Sri Lanka possa dovere affrontare di nuovo disordini politici”. Mons. Vianney Fernando, vescovo cattolico di Kandy e presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka, si dice pure preoccupato, ma riafferma “la piena fiducia nella legge e nel sistema legale della Nazione” e conferma la necessità del lavoro comune per la riconciliazione e l’unità del Paese, dopo i lunghi anni di guerra civile.

Mons. de Chickera spiega che “le modalità dell’arresto e della detenzione del generale Fonseka hanno turbato tutti i cingalesi che desiderano dignità e ordine negli affari pubblici”, “è un disonore per la tradizione democratica, culturale e religiosa e per l’immagine del Paese”. “Anche il mondo ha espresso preoccupazione su questi fatti e le loro possibili conseguenze sul rispetto dei diritti di ogni cittadino e sul rispetto del sistema democratico”.

“Egli – prosegue - è stato arrestato per avere pianificato un colpo di Stato e l’assassinio del presidente, accuse molto gravi, ma il popolo è confuso e deve poter conoscere le ragioni dell’accusa. In ogni caso devono essere rispettati i suoi diritti, compresa un’adeguata assistenza medica e il rispetto del diritto di difesa con l’aiuto di legali”. Altrimenti “con ogni probabilità l’azione potrà essere interpretata come un tentativo di umiliare un candidato che si è battuto con forza in un’accesa campagna elettorale o un tentativo di impedirgli di proseguire a far politica e a partecipare alle prossime elezioni generali”.

Più ottimista mons. Vianney, che si dice “convinto che il presidente è stato eletto in modo corretto, grazie al voto favorevole della maggioranza dei cittadini. Dopo che sarà confermato che le elezioni sono state corrette e trasparenti, ognuno dovrà accettare il risultato”. “C’è tensione, ma è sporadica e le proteste sono state soprattutto causate dal clamore e dalle modalità dell’arresto di Fonseka: egli ha servito lo Stato per 40 anni e i suoi diritti e la dignità devono essere rispettati. Abbiamo fiducia nella legge e nel sistema legale della Nazione”. Per il vescovo l’urgenza è “lavorare per la riconciliazione e l’unità del Paese, per il progresso, la pace e la prosperità dello Sri Lanka, dopo i dolorosi anni della guerra civile”, coma la Conferenza episcopale di recente ha ripetuto al presidente Rajapaksa.

Tra i problemi da risolvere subito c’è quello della comunità Tamil, per il quale “lo Stato deve continuare a lavorare e la Caritas è coinvolta sul fronte degli aiuti e della ricostruzione. Questa gente ha anzitutto bisogno di pace, che non ci sia violenza e di poter tornare a una vita normale. Occorre garantire loro dignità e benessere”.

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