Vescovi cinesi invitati al Sinodo ricordano mons. Antonio Li Duan
Figura "gigantesca ed eccezionale", impegnato per la riconciliazione della Chiesa in Cina. Il vescovo di Shanghai è preoccupato per la "solitudine" dei vescovi giovani.
Roma (AsiaNews) - Mons. Lucas Li Jingfeng di Fengxiang, mons. Giuseppe Wei Jingyi di Qiqihar e mons. Aloysius Jin Luxian di Shanghai ricordano con commozione la figura "gigantesca ed eccezionale" di mons. Antonio Li Duan, l'arcivescovo di Xian morto la notte scorsa a 79 anni.
Lo scorso anno papa Benedetto XVI aveva invitato tutti loro a partecipare come membri del Sinodo sull'Eucaristia. "L'anno scorso avremmo dovuto andare insieme a Roma" dice ad AsiaNews mons. Lucas Li, la cui diocesi confina con quella di Xian. "Quell'invito continua - ci ha fatto sentire tutta la responsabilità che abbiamo nei confronti della Chiesa di Cina e della Santa Sede". Mons. Li, ormai il vescovo più anziano della provincia dello Shaanxi, si sente "un po' solo nella guida della Chiesa", dopo la morte di mons. Li Duan. "Era un uomo stimato da tutti afferma molto disponibile e impegnato per la riconciliazione della Chiesa in Cina, sia sotterranea che ufficiale".
Il vescovo Li Duan ha dedicato molto tempo ad ascoltare, radunare, consigliare vescovi della Chiesa ufficiale e sotterranea perché si comprendessero e si riconciliassero col papa e fra di loro. Per decenni l'Associazione Patriottica (AP) ha cercato di dividere cristiani e vescovi in "patriottici" e "illegali", mettendo in opposizione la fedeltà alla Cina e quella alla Santa Sede. Lo stesso mons. Luca Li, della Chiesa non ufficiale, per anni ha avuto rapporti molto tesi con il vescovo di Xian. Negli ultimi anni i due sono diventati "buoni amici" e la Chiesa dello Shaanxi si era riconciliata. Mons. Lucas Li è anche riuscito a farsi riconoscere come vescovo dal governo pur rifiutando di iscriversi all'AP.
Mons. Wei Jingyi, vescovo non ufficiale, dall'estremo nord del Paese conferma ad AsiaNews l'opera svolta da Li Duan: "ha sempre cercato una grande unità fra chiesa ufficiale e chiesa clandestina, proprio come facciamo noi. Del resto, sappiamo tutti che i problemi della divisione vengono non dall'interno della Chiesa, ma da organizzazioni al di fuori". Appena saputo della morte di Li Duan, mons. Wei ha diffuso la notizia fra i suoi fedeli e ha domandato loro di pregare per questo "grande pastore della Chiesa".
Anche il vescovo ufficiale di Shanghai, mons. Jin Luxian, parla di Li Duan come "un grande amico e un pastore eccellentissimo, che si è interessato a tutta la chiesa della Cina" Mons. Jin parla di lui come "molto intelligente, capace di affrontare e trasformare in bene ogni contraddizione". Mons. Li Duan per anni è stato vice-presidente del Consiglio dei vescovi cinesi [una sorta di conferenza episcopale non riconosciuta dalla Santa Sede ndr] e ha difeso sempre la separazione netta fra stato e chiesa, in un paese come la Cina dove il governo e l'Associazione Patriottica esigono il diritto di nominare i vescovi. "La Cina ha molti vescovi anziani. Io stesso dice mons. Jin - ho 94 anni e dovrò anch'io lasciare questo mondo". Mons. Jin è preoccupato per i vescovi giovani, ordinati l'anno scorso: "Nella mia diocesi, abbiamo un giovane vescovo, mons. Xing Wenzhi, di 43 anni; a Xian, c'e il giovane vescovo Dang Mingyan. Io prego Dio, che ci permetta di accompagnare ancora per qualche anno la loro giovane esperienza pastorale". Nei giorni scorsi l'Ufficio affari religiosi e l'AP hanno convocato a Pechino i vescovi da poco ordinati per ammaestrarli sulla politica religiosa del governo. Lo scopo è convincerli della bontà della scelta fatta dall'AP di proseguire su ordinazioni non approvate dalla Santa Sede. "Vi chiedo - conclude mons. Jin - di pregare per tutta la nostra chiesa in Cina".
22/06/2020 11:58
01/02/2019 07:11