Vescovi cattolici dello Sri Lanka contro la legge pro aborto
di Melani Manel Perera
Il governo propone l’aborto “solo” per le gravidanze indesiderate. La Conferenza episcopale si oppone “in modo categorico” e “con fermezza” a ogni tentativo di “legalizzare un omicidio, in ogni sua forma”.
Colombo (AsiaNews) – La Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl) si oppone “con fermezza” alla proposta di legge sull’aborto. “L’umanità – si legge nel comunicato dei vescovi cattolici – non è al sicuro se il bambino non è protetto nel grembo materno”. Il governo sottolinea che il disegno di legge riguarderà solo le “gravidanze ingiustificabili”, ma promette di esaminare le “soluzioni alternative” proposte da gruppi religiosi contrari all’aborto.
Tuttavia, la Cbcsl dichiara: “Ci opponiamo in modo categorico a ogni tentativo di legalizzare l’aborto, un sinonimo di omicidio. Pertanto, chiediamo al governo di non procedere con questa legge, dal momento che l’omicidio è un crimine abominevole, in ogni sua forma”.
“La Bibbia – proseguono i vescovi – insegna che tutti gli esseri umani sono fatti a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1:27). La Chiesa ha sempre affermato che Dio è l’autore della vita, il dono sacro e supremo che Egli ci ha dato. Il nostro obbligo più grande è proteggere la vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale”.
Rispondendo alle critiche della Chiesa, Tissa Karaliyadda, ministro per lo Sviluppo del bambino e della donna, ha detto che la proposta di legge è per “quelle ragazze e donne vittime di gravidanze indesiderate, frutto delle violenze degli uomini”.
“Il beato Giovanni Paolo II – ha sottolineato la Cbcsl – insegna che la Chiesa deve essere al servizio della vita, in mezzo alla cultura di morte dei nostri giorni”.
Nonostante l’aborto sia illegale nel Paese, negli ultimi anni lo Sri Lanka Family Health Bureau (un organismo creato dal ministero della Salute, ndr) ha registrato un aumento dei casi: nel 2008 vi erano circa 700 casi al giorno, per 250mila l’anno; nel 2011 sono saliti a mille, per un totale di 300mila interruzioni di gravidanza l’anno.
Le stesse cifre del ministero della Salute – che sembrano gonfiate ad arte – parlano addirittura di 500 aborti al giorno solo a Colombo, capitale dello Stato. La popolazione totale dell'isola è di circa 20 milioni.
Anche i buddisti (la maggioranza dei srilankesi) si sono schierati contro la proposta di legalizzare l’aborto.
Tuttavia, la Cbcsl dichiara: “Ci opponiamo in modo categorico a ogni tentativo di legalizzare l’aborto, un sinonimo di omicidio. Pertanto, chiediamo al governo di non procedere con questa legge, dal momento che l’omicidio è un crimine abominevole, in ogni sua forma”.
“La Bibbia – proseguono i vescovi – insegna che tutti gli esseri umani sono fatti a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1:27). La Chiesa ha sempre affermato che Dio è l’autore della vita, il dono sacro e supremo che Egli ci ha dato. Il nostro obbligo più grande è proteggere la vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale”.
Rispondendo alle critiche della Chiesa, Tissa Karaliyadda, ministro per lo Sviluppo del bambino e della donna, ha detto che la proposta di legge è per “quelle ragazze e donne vittime di gravidanze indesiderate, frutto delle violenze degli uomini”.
“Il beato Giovanni Paolo II – ha sottolineato la Cbcsl – insegna che la Chiesa deve essere al servizio della vita, in mezzo alla cultura di morte dei nostri giorni”.
Nonostante l’aborto sia illegale nel Paese, negli ultimi anni lo Sri Lanka Family Health Bureau (un organismo creato dal ministero della Salute, ndr) ha registrato un aumento dei casi: nel 2008 vi erano circa 700 casi al giorno, per 250mila l’anno; nel 2011 sono saliti a mille, per un totale di 300mila interruzioni di gravidanza l’anno.
Le stesse cifre del ministero della Salute – che sembrano gonfiate ad arte – parlano addirittura di 500 aborti al giorno solo a Colombo, capitale dello Stato. La popolazione totale dell'isola è di circa 20 milioni.
Anche i buddisti (la maggioranza dei srilankesi) si sono schierati contro la proposta di legalizzare l’aborto.
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