Verso le Olimpiadi: schedatura di massa dei migranti di Pechino
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – A Pechino 3mila poliziotti registreranno tutti i lavoratori migranti prima delle Olimpiadi, per garantire “un ambiente sicuro e armonioso”, secondo l’Ufficio municipale per la Sicurezza pubblica. Ma molti temono che la “schedatura” di massa sia propedeutica ad altre iniziative.
La Capitale ha 4,2 milioni di migranti su 16 milioni di abitanti. Il loro lavoro è stato essenziale per la rapida realizzazione delle opere olimpiche e, finora, né Pechino né altre città hanno sentito necessità di schedare i circa 150 milioni di migranti del Paese. Sono chiamati “la popolazione galleggiante”, che non ha la residenza nella città dove lavora, né diritto all’assistenza sanitaria e alla scuola gratuita per i figli.
Secondo l’Ufficio per la sicurezza, i migranti dovranno chiedere il permesso temporaneo di residenza e chi non lo fa “riceverà un ammonimento o una multa di 50 yuan o meno”. Non è però chiaro a quali condizioni sarà dato il permesso e se chi ne è privo potrà restare in città. Anche per questo esperti temono che Pechino voglia espellerli per le Olimpiadi, così da assicurare maggior disponibilità di acqua e rendere più agevole la circolazione, sebbene le autorità neghino l’intenzione. Nei mesi scorsi Pechino ha chiuso centinaia di scuole per figli di migranti.
Intanto l’industriale Guangdong, per rimediare alla grave carenza di mano d’opera, prevede di spendere quest’anno 1,5 miliardi di yuan per l’addestramento di nuovi lavoratori. La provincia ha già addestrato oltre 1,35 milioni di giovani rurali dal 2005, ma non riesce a soddisfare la domanda di mano d’opera, nonostante il salario degli operai sia cresciuto, facendo “fuggire” molte ditte in luoghi dove è minore, come Vietnam e Bangladesh.
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