18/12/2010, 00.00
GIAPPONE – COREA – USA
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Venti di guerra in estremo oriente. Inviato Usa invita a tenere aperte tutte le strade

Bill Richardson in visita non ufficiale a Pyongyang, sottolinea l’importanza di abbassare i toni e tenere d’occhio eventuali possibilità di aperture del regime nordcoreano, per evitare lo scoppio di un conflitto. Intanto, il Giappone preoccupato da Cina e Corea del Nord avvia il nuovo Programma di difesa nazionale, che tratteggia le politiche militari del prossimo decenni: batterie anti-missile e rafforzamento della flotta dei sottomarini.

Tokyo (AsiaNews) – Minacce di guerra imminente, manovre militari e corsa agli armamenti mantengono alta la tensione in estremo oriente, dove i delicati equilibri di questi anni rischiano di saltare. Oggi Bill Richardson, governatore del New Mexico di ritorno da una visita non ufficiale in Corea del Nord, ha definito la situazione nella penisola come una “polveriera” pronta ad esplodere.

Il Governatore del Nuovo Messico Bill Richardson è andato in visita a Pyongyang a titolo privato, ma  in passato ha agito da tramite con la Corea del Nord, Paese con cui gli Stati Uniti non hanno rapporti diplomatici ufficiali. “Quello che dobbiamo fare adesso – ha affermato – non solo prenderci cura della situazione, ma anche tenere d’occhio i passaggi che possono essere adottati dalla Corea del Nord, ad esempio consentendo all'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) di controllare l'arsenale nucleare Nordcoreano“. 

Venerdì scorso, la Russia - che confina con la Corea del Nord – ha convocato gli inviati degli Stati Uniti e Corea del Sud per esortarli a cancellare le esercitazioni comuni, dicendo che Mosca è "profondamente preoccupata" per l'aumento delle tensioni nella regione.

Per rispondere allo squilibrio strategico delle potenza asiatiche, il Giappone ha invece deciso di ripensare il proprio sistema di difesa. A circa due decenni dal collasso dell’Unione Sovietica, il Sol Levante esce dunque dall’era della Guerra fredda. Le linee guida per il Programma di difesa nazionale, che tratteggia le politiche militari del prossimo decennio, indica in Cina e Corea del Nord la minaccia maggiore: non più, dunque, la Russia.

Le relazioni fra Giappone e Cina sono peggiorate in maniera sensibile dopo una disputa territoriale sulle isole Senkaky – che Pechino chiama Diaoyu – che i due Paesi contendono senza intenzione di cedere. La disputa è ripresa con forza dopo che, in settembre, la Guardia costiera nipponica ha fermato una nave cinese. Toshiyuki Shikata, ufficiale giapponese in pensione, spiega: “Non abbiamo alcun problema con le forze di terra cinesi. Il problema è con quelle navali”.

Da lungo tempo Tokyo guarda con ansia al rafforzamento militare di Pechino. Secondo il nuovo Rapporto “questi movimenti, accoppiati con la mancanza totale di trasparenza per quanto riguarda il programma militare e di sicurezza interna, sono divenuti un problema per la regione e per la comunità internazionale”. Come primo passo, il Giappone ha spostato le proprie truppe dal nord del Paese – dove erano dispiegato in caso di attacco russo – verso il sud.

Tuttavia, il maggior cambiamento introdotto dal Rapporto è l’abbandono delle risorse “pesanti” in favore di unità più flessibili. Al posto di carriarmati e pezzi di artiglieria, Tokyo intende puntare sulla flotta di sottomarini. Questo si spiega con l’altra grande minaccia, quella nordcoreana: dopo l’attacco all’isola sudcoreana dello scorso mese, infatti, Tokyo ha iniziato a ripensare anche il programma di deterrenza nei confronti del regime.

Per frenare le brame militari coreane, il Sol Levante ha aumentato il numero di batterie missilistiche Patriot sparse per il territorio e ha dotato la propria flotta militare di un sistema di difesa anti-missile, l’Aegis, che da 4 unità è salito a 6.  

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