Vaticano: le religioni possono avere un ruolo fondamentale per evitare lo scontro di civiltà
Città del Vaticano (AsiaNews) - Le religioni, e quindi anche le attività per i giovani promosse dalla Chiesa cattolica, possono avere un ruolo importante per collaborare nella costruzione di una concreta collaborazione tra culture ed etnie, a condizione di non essere esse stesse, oggetto di discriminazione, fomentata, magari, da stereotipi e distorsioni. Questi i motivi addotti dalla Santa Sede per sollecitare i 56 Paesi membri dell' Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ad una più incisiva lotta contro "pregiudizi, intolleranza e discriminazione contro i cristiani e i membri delle altre religioni". In un intervento alla riunione annuale dell'Osce sui diritti umani il rappresentante vaticano, monsignor Ettore Balestrero, ha sostenuto che nel mondo attuale "accanto ai tentativi di provocare uno scontro di civiltà, sembra che siamo di fronte ad un incombente scontro sulla civiltà, cioè sugli elementi che possono costituire una civiltà".
In tale situazione, le religioni possono offrire una costruttiva collaborazione per lanciare la cooperazione interculturale, interreligiosa ed interetnica. Ma "oggi le stesse religioni sono troppo spesso manipolate e anche fraintese quali cause di problemi mentre invece sono e dovrebbero essere considerate come parte della soluzione ai problemi che esistono tra differenti culture e civiltà". Per realizzare tale obiettivo, però, bisogna sgomberare il campo da "stereotipi" e "distorsionì" e promuovere una reale "mutua conoscenza". "Creare collaborazione, infatti, richiede dialogo" e "nessuna cooperazione tra culture, religioni e identità etniche può essere stabilita senza mutua conoscenza".
Di qui il compito che la Santa Sede attribuisce all'organismo internazionale di promuovere un atteggiamento corretto verso le religioni, compreso il non considerare un diritto la derisione delle convinzioni di fede. Ugualmente, ha aggiunto mons. Balestrero, citando la lezione di Benedetto XVI a Regensburg, "una ragione che relega la religione a livello di subcultura è incapace di entrare nel dialogo tra e culture".
Nella promozione del dialogo tra culture, religioni ed etnie, un posto particolare va attribuito all'educazione delle nuove generazioni ed all'attività dei gruppi. "La Chiesa cattolica è profondamente coinvolta nel promuovere progetti formali ed informali di educazione per combattere l'intolleranza e la discriminazione, in quanto via per prevenire la violenza". E ciò è particolarmente necessario oggi, quando "sentimenti di odio e vendetta vengono inculcati a tanti ragazzi in molte parti del mondo segnate da conflitti, spesso in un contesto ideologico dove sedimentano antichi risentimenti e le anime di questi giovani vengono preparate per future violenze".