Vaticano: cristiani e buddisti per la ”responsabilità ecologica” e il rispetto della vita
Messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso per la festa di Vesakh, che commemora i principali avvenimenti della vita di Buddha. Aumentare gli sforzi comuni per la creazione di una coscienza ecologica per una coesistenza serena e pacifica.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Cristiani e buddisti possono accrescere la loro collaborazione per “incoraggiare gli sforzi miranti a creare un senso di responsabilità ecologica, e riaffermare al contempo le nostre convinzioni condivise circa l’inviolabilità della vita umana in ogni stadio e condizione, la dignità della persona e la missione unica della famiglia, nella quale si impara ad amare il prossimo e a rispettare la natura”. Il comune obiettivo è al centro del messaggio del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso per la festa di Vesakh.
E’ la festa più importante per i buddisti, che in essa si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha. Quest’anno la festa sarà celebrata il 21 maggio in Corea e Taiwan, il 28 maggio in Thailandia, Sri Lanka, Cambogia, Birmania, Malaysia, Laos, Nepal e Vietnam. In Giappone è già stata celebrata l’8 marzo scorso.E il messaggio del Vaticano è tradotto anche in cinese semplificato e tradizionale, giapponese e coreano.
Intitolato “Cristiani e Buddisti onorano la vita umana come base del rispetto per tutti gli esseri umani”, il documento che porta la firma del presidente e del segretario del Pontificio consiglio, card. Jean-Louis Tauran e mons. Pier Luigi Celata, esprime in primo luogo l’auspicio che si rafforzino “i legami di amicizia e collaborazione già esistenti tra noi a servizio dell’umanità”.
“Cogliamo quest’occasione - si legge nel messaggio - per riflettere insieme su un tema di particolare importanza oggi, e cioè, la crisi ambientale che ha già suscitato notevoli problemi e sofferenze in tutto il mondo. Gli sforzi delle nostre due comunità per l’impegno nel dialogo interreligioso hanno contribuito a creare una nuova consapevolezza dell’importanza sociale e spirituale delle nostre rispettive tradizioni religiose in questo campo. Riconosciamo di avere in comune una maniera di considerare valori come il rispetto per la natura di tutte le cose, la contemplazione, l’umiltà, la semplicità, la compassione, e la generosità. Questi valori contribuiscono a una vita di non violenza, equilibrio, e sobrietà”.
“Papa Benedetto XVI, ha fatto notare che "I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali… ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente." (Udienza Generale, 26 agosto 2009). La Chiesa Cattolica - prosegue il documento - considera la tutela dell’ambiente come intimamente legata al tema dello sviluppo integrale della persona umana e, da parte sua, non s’impegna solo nella difesa della destinazione universale dei doni della terra, dell’acqua e dell’aria, ma incoraggia gli altri a unire gli sforzi per proteggere l’umanità dall’autodistruzione. La nostra responsabilità nel proteggere la natura scaturisce, infatti, dal nostro rispetto reciproco e proviene dalla legge scritta nei cuori di ogni uomo e donna. Di conseguenza, quando nella società si rispetta l’ecologia umana, ne trae beneficio anche l’ambiente (cf. l’Enciclica Caritas in Veritate, n. 51)”.
“Cristiani e Buddisti - conclude il messaggio - nutrono un profondo rispetto per la vita umana. E’ perciò cruciale per noi incoraggiare gli sforzi miranti a creare un senso di responsabilità ecologica, e riaffermare al contempo le nostre convinzioni condivise circa l’inviolabilità della vita umana in ogni stadio e condizione, la dignità della persona e la missione unica della famiglia, nella quale si impara ad amare il prossimo e a rispettare la natura”.
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