Vaticano: appello per i migranti da Asia e Africa "intrappolati in Libano e abbandonati"
Città del Vaticano (AsiaNews) "Speciale preoccupazione" per la sorte dei "numerosi lavoratori migranti rimasti intrappolati nel conflitto" libanese e soprattutto per quelli "più abbandonati" provenienti da Asia e Africa, è stata espressa oggi dal Segretario del pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Con un comunicato a sua firma mons. Agostino Marchetto aggiunge la sua voce "a quella di coloro che hanno chiesto un fine immediato delle ostilità" invocando l'"apertura di corridoi umanitari" e chiedendo in particolare alla Siria di facilitare l'ingresso dei rifugiati.
Di seguito riportiamo il testo del messaggio: "Durante questi difficili giorni, specialmente per il Libano, desidero aggiungere la mia voce a quella di coloro che hanno chiesto un fine immediato delle ostilità. Inoltre le Istituzioni umanitarie dovrebbero ottenere accesso alla popolazione civile sofferente o fuggitiva. Le centinaia di migliaia di sfollati hanno bisogno, infatti, di una attenzione sollecita. Corridoi umanitari dovranno essere quindi aperti, affinché possa prestarsi una concreta ed efficiente assistenza.
Come Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, desidero attirare in modo particolare l'attenzione sul fatto che migliaia di lavoratori migranti sono rimasti intrappolati nel conflitto, con speciale nostra preoccupazione per quelli che provengono da Paesi dell'Asia e dell'Africa, e sono più abbandonati. Possano le istanze internazionali proprie accorrere in loro aiuto ed evacuarli verso posti più sicuri e/o assisterli al fine di un sicuro ritorno a casa.
Inoltre circa 22.000 persone (Sudanesi e Iracheni), che hanno ricevuto asilo in Libano, stanno affrontando con particolare difficoltà le conseguenze delle ostilità. Sarebbe di grande aiuto per tutti loro se si decidessero procedure di ingresso in Siria facilitate e se il Governo siriano permettesse ad essi (Libanesi, migranti e rifugiati riconosciuti) di entrare temporaneamente nel Paese, garantendosi protezione durante questo tempo di violenza.
Auspichiamo che l'odierno incontro a Roma affronti i vari aspetti della crisi mediorientale e conduca alla fine delle violenze, a un adeguato aiuto alla popolazione civile e all'inizio di soluzioni globali, a lungo termine, per la pace e la sicurezza di tutta la regione".