16/10/2006, 00.00
UZBEKISTAN
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Uzbekistan, arresti e condanne contro leader e fedeli musulmani

Negata ogni indipendenza alle moschee, sottoposte al controllo del Consiglio musulmano governativo. Il governo vuole controllare l'islam dall'interno e accusa di estremismo chiunque è indipendente.

Tashkent (AsiaNews) – L'ex imam di Tashkent, Ruhiddin Fahrutdinov, il 15 settembre scorso è stato condannato a 17 anni di carcere per "estremismo religioso". Lo denuncia l'agenzia Forum 18, che definisce l'arresto "una parte del tentativo del governo di assoggettare tutte le moschee al Consiglio musulmano statale".

Fahrutdinov è stato condannato per avere "minato le basi costituzionali dello Stato", "per avere costituito organizzazioni religiose illegali" e "avervi preso parte" e per "avere preparato o distribuito documenti che minacciano la sicurezza e l'ordine pubblico". E' uno dei nove uzbeki fuggiti in Kazakistan e rimpatriati con la forza dalle autorità kazake nel novembre 2005, accusati di essere legati a Obidhon qori Nazarov, influente imam ora in esilio in Europa, con l'accusa di essere un leader wahhabita.

Ma Surat Ikramov, presidente della Ong per la tutela dei diritti Human Rights Iniziative Group of Uzbekistan, dice che "il suo solo crimine è di essere un colto e influente imam indipendente dai poteri pubblici. Le autorità etichettano come wahhabiti tutti i musulmani indipendenti e li arrestano". "A parenti e osservatori neutrali non è stato permesso di assistere al processo".

Il 6 ottobre – prosegue Ikramov – a Chirchik, Tashkent, è stato arrestato Bahrom Nivozov, "un fedele osservante, ma non membro di movimenti religiosi, che è stato nascosto per tre anni per paura di persecuzioni". L'accusa è di "avere partecipato a movimenti estremisti religiosi o comunque vietati". Nella notte la polizia ha forzato la porta, lo ha malmenato a lungo e portato nella prigione del ministero dell'Interno.

Il Wahhabismo è un movimento radicale islamico che predica costumi più severi e l'avvento di un califfato universale. L'Uzbekistan negli ultimi anni ha sofferto per le azioni violente di gruppi fondamentalisti, ma ora le autorità pubbliche e i tribunali accusano di estremismo qualsiasi islamico che lavora al di fuori del Consiglio musulmano controllato dal governo. Il governo vuole controllare dall'interno l'islam, che è la fede più diffusa.

Shoazim Minovarov, capo del governativo Comitato per gli affari religiosi, ha spiegato che tutte le moschee debbono essere soggette all'autorità e al controllo del Consiglio musulmano. Nel 1998 la legge per la religione ha prescritto a tutti i luoghi di culto di registrarsi di nuovo e tutte le moschee che non lo hanno fatto sono state chiuse.

Nel 1998, l'ex imam Nazarov ha criticato in pubblico questa nuova legge ed è poi dovuto fuggire all'estero per evitare l'arresto. Il figlio e molti suoi parenti sono stati arrestati e da allora sono spariti. (PB)

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