Utero in affitto in India: un affare economico, ma un rompicapo morale e legislativo
Mumbai (AsiaNews) - Sui giornali indiani appaiono sempre più titoli di questo genere: “Bambini nati da madri-in-affitto non sono merce di scambio”; “Gemelli di una coppia tedesca finiscono nella terra di nessuno”, “L’utero in affitto diventa di moda in città”. Essi si riferiscono a casi sempre più comuni in cui coppie straniere vengono in India per la fecondazione in vitro e poi “affittano” una donna locale che possa custodire il feto e portare a termine la gravidanza. Ma alla loro nascita, non si sa ancora qual è la cittadinanza dei neonati: non vi sono regole né per i dottori, né per il governo, né per l’ambiente legale.
Di recente vi è stato il caso di due gemelli tedeschi, partoriti con madre-in-affitto da una donna indiana del Gujarat nella città di Anand. Secondo le leggi attuali, né l’amministrazione indiana, né il consolato tedesco possono concedere loro la cittadinanza. Per poter garantire loro un passaporto, a due anni dalla nascita, il caso è arrivato fino alla Corte suprema.
La Corte si è preoccupata del benessere dei gemelli, che non siano trattati come merce di scambio o che diventino cittadini senza Stato, ed ha ricevuto un’assicurazione dall’avvocato del padre - Jan Balaz - che egli si prenderà ogni responsabilità per portarsi a casa i due bambini.
Il tribunale di Berlino forse potrà dire l’ultima parola potrebbe dire la parola finale su questi gemelli, ma solo se potranno andare in Germania per sottomettersi ad una prova di paternità e ad un processo di adozione.
A tutt’oggi i due bambini sono in pratica senza Stato poiché la Germania non riconosce come titolo di cittadinanza il metodo di gestazione nel grembo di una seconda donna e l’India rifiuta di dare loro la cittadinanza.
Di fatto, i sistemi legali e le regole morali sono stati sorpassati dal mondo scientifico. In mancanza di leggi, la Corte suprema ha osservato che “non si può trattare dei bambini come senza Stato, dovrebbe esserci qualche meccanismo per assegnare la cittadinanza ed ai bambini deve essere permesso di lasciare il Paese dopo che vi sia un’assicurazione” [ad accettarli].
Un anno fa è avvenuto un caso simile, con il figlio di una coppia giapponese, nato da una donna indiana.
Durante il tempo della gravidanza, la coppia giapponese ha divorziato e nessuno dei due è poi venuto a prendere il neonato. Alla fine è giunta in India la nonna materna, ma è dovuta rimanere mesi e mesi prima che gli avvocati trovassero una scappatoia per lasciarla partire col neonato.
Malgrado queste difficoltà, in India il metodo di affidare la gravidanza ad una donna indiana è diventato una vera industria. Un centro aperto a Mumbai nel 2008 ha già fatto partorire 12 donne; ha una lista d’attesa di 382 coppie che vogliono diventare genitori; ha un database di 135 donne indiane pronte a sostenere la gravidanza.
“Io lavoro come domestica", ha detto una delle madri-in- affitto. "Sono vedova con tre bambini. Ho bisogno di soldi per la loro educazione e per il loro futuro. Se portando in grembo il feto di altri io riesco a guadagnare 200 mila rupie [3 mila euro] cosa c’è di male? Devo anche comperare una casa”. Per nove mesi, fino a che non partorisce, la madre-in-affitto viene alloggiata in una casa con elettricità. É assistita da una collaboratrice domestica, ha a disposizione un cellulare per tenersi in contatto col dottore, e a tutta la sua famiglia viene offerto il pasto gratis.
Per quelli che vogliono diventare genitori, il centro provvede alla sistemazione in albergo, un avvocato, un taxi a disposizione, un cellulare, un sistema di pagamento on-line, esami medici della madre-in-affitto, assistenza per il parto, certificato di nascita coi loro nomi come genitori ed assistenza per il passaporto.
La fertilizzazione in-vitro avviene quando l’ovulo femminile e lo sperma maschile vengono uniti in laboratorio. L’embrione che si sviluppa viene impiantato nell’utero della madre-in-affitto a cui viene data ogni assistenza medica durante la gravidanza. Molte coppie che scelgono questo metodo assicurano alla madre-in-affitto un’assistenza medica completa per il bene del nascituro.
Ma ora si parla già di competizione. Una compagnia tedesca sta entrando in modo potente nella nascente industria dei bambini-in-provetta. L’incentivo offerto è un secondo ciclo gratuito se il primo non ha successo. La compagnia tedesca è la Morpheus ART di Hannover, che sta facendo un contratto di partecipazione al 51- 49% con l’indiana Mittal Group.
03/06/2022 13:23