17/11/2007, 00.00
INDIA
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Unione indiana: su 538 deputati, 125 sono sotto processo

Lo denuncia un rapporto presentato dal Centro per gli affari pubblici di Bangalore. Fra gli accusati, 11 sono accusati di omicidio e 17 di tentato omicidio: fra le altre accuse vi sono rapimento, rivolte di massa di tipo terrorista e violenza carnale. Una proposta di legge cerca di allontanarli del tutto dalla vita politica indiana.
New Delhi (AsiaNews/Asahi) – Fra i 538 deputati che siedono nella Camera bassa dell’Unione indiana, 125 sono sotto processo o indagati per crimini gravi. Fra questi, per fare alcuni esempi, undici sono accusati di omicidio e diciassette di tentato omicidio: fra le altre accuse vi sono rapimento, rivolte di massa di tipo terrorista e violenza carnale.
 
Lo denuncia un rapporto presentato dal Centro per gli affari pubblici di Bangalore, secondo cui il fenomeno ha un’origine storica e si può far risalire al crollo del Congresso nazionale indiano, il Partito che aveva dominato la scena politica del Paese sin dalla sua indipendenza, clamorosamente battuto alle elezioni del 1977. Da quel momento, infatti, si è aperta una vera e propria lotta – senza esclusione di colpi – per il voto, ed i più grossi clan criminali si sono lanciati nell’arena.
 
Un esempio di questa denuncia viene da Mohammed Shahabuddin, rappresentante eletto nello Stato orientale del Bihar, al momento in stato d’accusa con 20 differenti imputazioni. L’uomo, che si è sempre vantato di aver lavorato per la pace nel suo territorio, sarebbe colpevole di aver organizzato squadre armate che, sotto elezioni, hanno “convinto” con la violenza i cittadini.
 
Fino ad ora, però, nessuno lo aveva mai accusato di nulla: per il Centro, questo si spiega con il fatto che il suo Partito, l’Rjd, ha mantenuto il potere nel Bihar fino alla sconfitta elettorale dello scorso anno. Ora la carriera politica di Shahabuddin è a rischio, perché la legge indiana prevede sei anni di esilio dalla vita pubblica del Paese per coloro che vengono condannati a più di cinque anni di galera.
 
Eppure, denunciano i moderati, questo non basta: sono troppi i deputati-gangster della Camera che hanno meno di 50 anni di età, ed un bando del genere non garantisce che non possano più tornare ad inquinare la vita democratica del Paese. La soluzione sarebbe contenuta in un progetto di legge presentato dal gruppo Social Watch, che propone l’allontanamento definitivo dei condannati dalla politica indiana.
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